Treppo Carnico e Paluzza hanno festeggiato Giorgio Di Centa, argento ai Giochi
(Gino Grillo)

TREPPO - CARNICO – «Questa medaglia non è solo mia, è di tutta la gente di quassù. Quando faccio allenamento con gli ski-roll partendo da Treppo, transitando per Paluzza, Arta, Paularo e Ligosullo lungo un anello di trenta chilometri, mi ritrovo tra persone amiche. Per questo dico che la medaglia di Salt Lake City è il risultato dello sforzo mio e di quello di tutta la gente di montagna. Io nel mio lavoro, voi nel vostro».
Così Giorgio Di Centa, argento in staffetta ai Giochi invernali, si presenta alle due comunità di Treppo Carnico e di Paluzza, unite nella sala consiliare del municipio di Treppo per festeggiare con lui un risultato che perpetua la leggenda dei Di Centa. Spontaneo, genuino, Giorgio si sente orgoglioso del suo essere carnico e un componente partecipe del suo piccolo.grande popolo, da cui trae supporto ed energia.
Nelle parole dei due sindaci la soddisfazione della comunità che si divide l’Aldo Moro, la società che ha cresciuto Giorgio.
«Nato nel 1946 a Treppo Carnico – ha ricordato Luigi Cortolezzis – per trasferirsi poi a Paluzza, questo glorioso club è un po’ tornato quassù, grazie alla scelta di Giorgio di stabilirsi, con la moglie Rita e le figlie Laura e Martina, nel nostro paese». Una scelta positiva, vincente, perché nella caparbietà sportiva di Giorgio si legge la scelta di vita di chi ama e vive la montagna.
Emidio Zanier, primo cittadino di Paluzza, ha ringraziato invece mamma Maria Luisa e papà Gaetano, che ora allena i giovani dell’Aldo Moro, per aver dato origine a quella che è la dinastia dei Di Centa: iniziata con Andrea, oggi dirigente Fisi, continuata con la pluridecorata Manuela (assente ieri alla cerimonia per motivi di lavoro) e ora perpetuata da Giorgio. Proprio mentre si teneva la festa per l’argento, si è avuta la certezza che questo filo magico non si arresterà: il giovane (appena diciottenne) Patrick Di Centa, figlio di Andrea e quindi nipote di Giorgio e di Manuela, è stato convocato nella nazionale azzurra giovanile dello sci.
Lacrime di commozione negli occhi della gente accalcata nella piccola sala consiliare, tanto che il presidente regionale Fisi, originario anch’egli di Treppo Carnico, Franco Fontana, ha consigliato di ampliare la sala per le prossime feste che si terranno in onore delle imprese della famiglia Di Centa.
Presenti, oltre alla gente della Val del Bût e della Val Pontaiba, i campioni dello sci di ieri e di oggi di queste zone, dal precursore Alberto Tassotti, atleta olimpico nel 1956, a Venanzio Ortis, da Giovanna Ortis a Luciano Buliano, da Giordano Baritussio a Roberto Primus, fino alla schiera dei Di Centa. Fuori dal municipio una folla plaudente attendeva Giorgio, al cui apparire il cielo è esploso in policromi fuochi d’artificio.
La festa è continuata al Cristofoli, dove era stato predisposto un rinfresco, rallegrato dal riunirsi spontaneo dei cantori da osteria, che hanno rallegrato la festa fino alle prime ore dell’alba, con Giorgio che firmava autografi e i ragazzi dell’Aldo Moro che costituivano il primo Giorgio Di Centa fan club.


E come regalo quattro faggi

(g.g.) La festa è la festa, e va bene, ma cosa gli regaliamo? E’ l’interrogativo che si è posto il sindaco di Paluzza, Emidio Zanier, memore di una singolare richiesta fattagli da Giorgio Di Centa, qualche anno fa, quando l’amministrazione civica voleva premiarlo per un successo ai campionati italiani. Allora – con la casa ormai piena di medaglie, trofei e diplomi –, invece di un attestato Giorgio chiese al suo Comune un dono davvero insolito. «Ci chiese - ricorda Zanier - quattro faggi, in piedi nel bosco». Il Comune lo accontentò, e per ufficializzare l’atto gli fece avere, incorniciata, la delibera del consiglio comunale che gli regalava quattro faggi in un bosco comunale. I faggi, naturalmente, sono stati tagliati e utilizzati per il riscaldamento domestico, direttamente dal campione.

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