ARTA TERME. Terremoto, danni per 600 mila euro
(Gino Grillo)

Ieri sopralluoghi anche a Paularo e a Moggio per verificare l’abitabilità di numerosi edifici

Ad Avosacco una casa è gravemente lesionata e deve essere sgomberata, ma non si sa chi deve emettere l’ordinanza


I sindaci dei paesi interessati dal terremoto del ’76, attualmente ricoprono ancora la delega per la sistemazione dei danni del sisma di 26 anni fa. Ma sono anche delegati a gestire l’emergenza di questo terremoto targato San Valentino? Questa in sintesi le perplessità con le quali i primi cittadini di Paularo e di Arta Terme si dibattono. I sindaci prendono tempo e chiedono alla Regione di esprimersi in merito. Intanto ci si impegna nella stima dei danni e nelle indagini, verificando le segnalazioni dei cittadini relativamente ai danni subiti. Mentre a Paularo la verifica della stabilità della casa di Olga Teon nella frazione di Trelli da parte di una apposita commissione della Protezione civile, chiamata dal sindaco Sergio Tiepolo, sarà svolta probabilmente nella giornata di oggi, ad Arta Terme è stata una giornata di fuoco sia per la commissione tecnica comunale, sia per quella della Protezione civile che, assieme al sindaco, hanno effettuato una decina di verifiche su edifici lesionati. Si tratta per lo più di case disabitate, che non sono state messe precedentemente in regola con le norme antisismiche, e che forse presentavano problemi statici anche prima delle scosse del 14 febbraio.
Una sola di queste case lesionate interessa una famiglia di quattro persone, ad Avosacco. Se non altro per misura precauzionale, si vorrebbe decretare l’ordinanza di sgombero, ma il sindaco, Giobatta Gardel, chiede lumi alla Regione domandandosi se questo rientra nelle sue facoltà o meno. Intanto ha passato la patata bollente nella mani della commissione della Protezione civile che ha redatto una cartella sullo stato dell’abitazione di via Carducci. Un edificio, facente parte di un complesso, ritenuto non adeguato, senza crepe passanti sui muri perimetrali, ma che nel muro sotto la trave di colme presenta dei "rimbombamenti". In attesa di un riscontro da parte delle Regione sui poteri dei sindaci e sulle modalità di intervento, Arta Terme ha stilato un elenco dei danni subiti nel Comune, valutabili, per la sola messa in sicurezza degli stessi, in circa 600 mila euro, che riguardano una decina di case, di cui una sola abitata, e due chiese, quella di Piedim e quella di Lovea, frazione quest’ultima che presenta diverse difficoltà anche di interventi per la disposizione delle abitazioni danneggiate, site in luoghi non facilmente accessibili, ma che rischiano, alcune, di rovinare sopra altre case,a anche abitate, poste più in basso.
Sono proseguite anche nelle ultime 24 ore alcune lievi scosse di terremoto con epicentro in Friuli, considerate di assestamento, dopo quella di magnitudo pari a 4,9 gradi della scala Richter registrata alle 4.18 del 14 febbraio, la più violenta dopo il sisma che sconvolse il Friuli nel 1976, ma che ha provocato solo lievi danni e nessun ferito. Nelle ultime ore, la scossa di maggiore intensità registrata dagli strumenti del dipartimento Centro ricerche sismologiche dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale, si è avuta alle 19.27 di domenica: ha avuto una magnitudo di 1,5 gradi Richter ed epicentro nella zona di Trasaghis. Altre scosse, considerate "microterremoti", di magnitudo comprese tra 0,7 e 1,2 gradi Richter, sono state registrate alle 18.57 di domenica e alle 3.44 e alle 5.08 di ieri, tutte con epicentro in Carnia, nella zona compresa tra il Mont di Prat e gli abitati di Bordano e Paularo.


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