SUTRIO. "L’ultima predicja" di don Bulfon
(Oscar Puntel - puntel@lycos.com )

Quando un sacerdote viene ricordato dalla comunità in cui ha vissuto per oltre quarant’anni, allora vuol dire che quel prete ha lasciato un segno. I suoi fedeli hanno ricevuto tanto da lui, e loro hanno dato tanto a lui. Come in una reciproca simbiosi.
A Sutrio, a quattro anni di distanza dalla morte di don Guerrino Bulfon, la sensazione che si ha è proprio questa. Quella di un paese fortemente legato alla guida spirituale che qui ha trascorso la parte più importante e lunga del suo ministero.
La comunità di Sutrio ha ricordato don Bulfon, con una celebrazione, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, lunedì 11 febbraio, presso la chiesa di Sant’Ulderico. Hanno presenziato anche i familiari del sacerdote. A raccontare poi il legame con la comunità, fresco di stampa, un libro, "L’ultima predicja", un ricordo scritto su carta, destinato ad entrare in tutte le case del paese. A margine della Santa Messa, Celestino Vezzi l’ha proposto ai fedeli, in modo particolare, con la finalità di invitare alla lettura. Non dunque una semplice presentazione, ma qualcosa di più. "Ho cercato di costruire un momento di riflessione attorno a quello che è stato don Guerrino per Sutrio. L’ho fatto proponendo la lettura di alcuni passi del libro, accompagnandola ad alcuni spunti di riflessione, per rendere tutto più omogeneo. Le persone hanno avuto modo di apprezzare e recepire lo scopo della serata" spiega Vezzi. Ne è uscito una sorta di summa delle principali tematiche de "L’ultima predicja", ovvero Dio, la montagna, la famiglia, il lavoro, la fede, il sacerdozio e la parrocchia. Tutto amalgamato grazie ai canti del coro "G. Peresson"di Arta Terme, che ha pure animato la liturgia. Alla fine si è letto il testamento spirituale di questo sacerdote.
Don Guerrino Bulfon era nato a Rivis di Sedegliano, il 27 agosto 1921. Ordinato sacerdote nel 1946 a Tavagnacco, fu cappellano a Porpetto, per 4 anni. Dal 1950 operò a Peonis di Trasaghis, per arrivare a Sutrio nel 1954, subentrando a don Giacomo Candido. Qui rimase fino alla morte, avvenuta l’11 febbraio 1998. Da tutti è ricordato come persona molto umile e semplice, molto alla mano. Presente accanto alla sua comunità, in ogni momento. Sempre disponibile e rintracciabile, per i parrocchiani che avessero avuto necessità di lui.
"L’ultima predicja" è un lavoro che nasce dalla volontà del consiglio pastorale parrocchiale, di voler tenere vivo il suo ricordo, fra la gente. "E’ stata la stessa popolazione a chiedere di avere una testimonianza del suo operato nella nostra comunità" premette Silvano Schiava, che ne ha curato la realizzazione assieme a Miranda Mattia Del Negro, Giulio Quaglia, Paolo Selenati e Carlo Straulino. Il libro è una sorta di miscellanea dei suoi scritti, che regolarmente apparivano sul bollettino parrocchiale del paese. "Abbiamo estrapolato, attraverso le sue prediche, uno spaccato di tutto ciò che è successo in paese in quegli anni, sul piano morale, sociale, economico. Perché tutto quello che accedeva nella comunità, don Guerrino lo portava anche belle sue prediche". Nella pubblicazione sono inseriti anche il testamento spirituale del sacerdote e le foto di tanti momenti passati in quel paese della Carnia. "Questo testo è un atto dovuto, un debito che la comunità di Sutrio aveva nei suoi confronti, per tutto il bene che ci ha fatto" aggiunge Schiava. Sfogliando le pagine dell’opera, spicca il ritratto del sacerdote, ma pure, insieme, uno spaccato di storia paesana, che questo prete ha condiviso, con i suoi fedeli. Una camminata lunga 40 anni, non priva di ostacoli, non senza salita. Ma, certo, ricca anche di soddisfazioni e di gioie, di un prete che conquistava tutti, con il suo modo di essere semplice e schietto. Le pagine di questo libro sono la testimonianza più bella e indelebile del suo operato. Il ritratto di don Guerrino più nitido e preciso che la comunità di Sutrio possa trasmettere a chi verrà dopo, per tenerne vivo il ricordo.


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