Terremoto. Le case ricostruite dopo il ’76 hanno retto
(Monica Del Mondo)

I ripetuti sopralluoghi, anche utilizzando l’elicottero, hanno confermato l’assenza di situazioni di emergenza

Nessun danno agli edifici in cemento armato. La Protezione civile è entrata in azione con tempestività


Il Friuli ha superato la prova terremoto. Le case e gli edifici ricostruiti dopo il disastroso sisma del ’76 hanno retto: la scossa non ha causato nè danni ingenti (se si eccettua il caso-Moggio), nè feriti, nè ci sono state situazioni di difficoltà o emergenza. Alle 4.18 la Carnia e il resto del Friuli, fino alle zone di confine di Austria e Slovenia e alle prime propaggini del Veneto e del Trentino Alto Adige, sono stati svegliati dalla scossa di terremoto (d’intensità equivalente a un settimo grado della scala Mercalli). Anche i sopralluoghi compiuti ieri mattina dall’elicottero della Protezione civile della Regione Friuli Venezia Giulia sulla zona in cui è stato localizzato l’epicentro del terremoto, hanno confermato l’assenza di danni e feriti o di situazioni di emergenza.
L’assessore regionale alla Protezione civile, Paolo Ciani, e il direttore della Protezione civile regionale, Guglielmo Berlasso, hanno evidenziato «l’efficienza del sistema di allertamento e della funzionalità della sala operativa di Palmanova, attiva 24 ore su 24, che - collegata con l’Osservatorio geofisico e la rete di rilevamento - ha registrato l’intera serie di otto eventi sismici susseguitisi in dieci secondi. Ciani e Berlasso, inoltre, hanno sottolineato che «la scossa, di alta intensità seppure di minore energia rispetto a quelle registrate nel 1976, ha costituito una specie di "collaudo" del grande intervento di ricostruzione, confermandone la qualità».
Ieri all’alba il "centro" operativo per affrontare l’emergenza-terremoto era dunque la sede della protezione civile a Palmanova. Appena i sismografi hanno registrato i movimenti della terra, l’allarme è subito scattato. E’ infatti apparso evidente che quella delle 4.18 di giovedì era una forte scossa sismica, la più forte dopo la tragedia del maggio e del settembre 1976. Le strumentazioni hanno registrato una magnitudo di 4.9 della scala Richter. «Abbiamo attivato - ci spiega il responsabile della sala operativa della protezione civile - le singole squadre comunali, anche se, bisogna dirlo, per la gran parte si erano già organizzate da sole, in quanto la scossa è stata avvertita in modo nettissimo in Carnia» La prima ricognizione è stata fatta nei centri abitati, dove ovviamente possono verificarsi i problemi maggiori. «Le notizie che arrivavano via via dalle varie località - spiegano alla protezione civile - erano rassicuranti. A parte qualche tegola o qualche camino pericolante non venivano segnalati altri inconvenienti».
Un secondo livello di indagine è stato svolto, dall’alto con l’ausilio di elicotteri, per verificare se vi fossero faglie o frane e altri effetti del movimento della terra. Una decina di tecnici era ieri al lavoro a fianco degli uomini delle varie squadre locali della protezione civile locali per monitorare tutta l’area interessata, nella quale però non si sono riscontrati problemi. Il movimento tellurico è stato avvertito anche molto lontano dall’epicentro, e non solo nella nostra regione. Al centro operativo di Palmanova infatti sono arrivate richieste di informazioni anche dal Veneto orientale e dalla Carinzia.


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