Latte di montagna: sono oltre 500 le stalle produttrici

Organizzata dalla Coldiretti, si è tenuta la prima seduta del tavolo di concertazione del sistema latte in Carnia. Il presidente Gian Pietro Tomat, nell’introdurre i lavori, ha evidenziato l’opera dell’allevatore in montagna, che apporta un contributo economico ma anche ambientale al territorio. La relazione del segretario di zona Mizzaro, che ha illustrato la situazione lattiero-casearia in Carnia, ha sostanzialmente evidenziato una stretta connessione tra agricoltura e ambiente e tra caseifici e allevatori.
Il comparto, che conta oltre 500 stalle, una produzione lorda vendibile stimata in 6 milioni di euro, una superficie agricola utilizzata di oltre 4 mila ettari, quatto caseifici di valle, due latterie turnarie nonché l’importante sistema delle malghe, attualmente vive particolari momenti di tensione, dovuti a vari motivi, tra i quali le condizioni di mercato, la ristrutturazione avviata anche con l’obiettivo 5b, che comunque comporta una tensione economica e finanziaria, l’accresciuta esigenza di risorse per la gestione del marchio Carnia.
Gli scenari per il prossimo futuro sono quelli ben descritti dagli studiosi del settore e cioè una diminuzione degli addetti, ma anche una ristrutturazione delle imprese. Tanto dipenderà dalle quote latte.


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