Tolmezzo: siglato ieri l’accordo di programma per la realizzazione del nuovo depuratore
(Stefano Polzot)

La Giunta vuole nominare un commissario ad acta per snellire le procedure burocratiche e salvare lo stabilimento. Burgo, 9 milioni di euro dalla Regione

Avvio dell’accordo di programma per la realizzazione del nuovo depuratore e nomina di un commissario ad acta che abbia i poteri per snellire le procedure burocratiche. Sono le due strade che la giunta regionale ha inteso percorrere dopo la notifica dell’inchiesta della magistratura di Tolmezzo per gli scarichi sul Tagliamento della cartiera Burgo. Un’indagine che ha portato all’invio di avvisi di garanzia alla giunta Antonione, in carica nel dicembre ’98 (ad eccezione di Giorgio Venier Romano ed Ettore Romoli, assenti a quella seduta), per aver concesso un’ulteriore proroga alla realizazione delle opere di depurazione, al sindaco di Tolmezzo, al direttore della Cartiera e ad altri tecnici. In totale una ventina di indagati nell’ambito di un fascicolo che accompagna l’istruttoria di circa 3 mila pagine. Ma i passi adottati dalla giunta non garantiscono che domani possa essere evitato il sequestro dell’impianto produttivo. L’unico atto per contrastare tale evento è il ricorso dell’azienda rispetto al provvedimento della Procura della Repubblica, che dovrà essere valutato dal Giudice per le indagini preliminari.
L’esecutivo Tondo (nel ricordare il ruolo delle Province nella gestione dell'ambiente e nelle procedure di attuazione delle disposizioni in materia di depurazione delle acque) ha inteso, quindi, rafforzare il segnale politico della volontà di porre rimedio alla situazione, confermando i 9 milioni e mezzo di euro (18 miliardi e mezzo di lire) a disposizione, di cui uno stanziato nella finanziaria ’99, cinque messi a disposizione con un contributo annuo di mezzo milione di euro ogni dodici mesi per dieci anni, a copertura di un mutuo, e i restanti 4 milioni e mezzo di euro erogati dal ministero dell’Ambiente. Dopo una riunione di mezz’ora, ieri tra mezzogiorno e l’una, a Udine, la giunta Tondo ha preso atto dell’accordo di programma, che dovrà essere sottoscritto con gli altri enti, e incaricato Tondo e l’assessore all’Ambiente, Paolo Ciani, di mettere in atto le necessarie decisioni per poter accelerare le procedure.
Già ieri mattina, quindi, è stato contattato il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli, affinché venga nominato il commissario, su proposta del ministero degli Interni, sentito il titolare del dicastero alle politiche ambientali, come è già avvenuto per casi simili a Milano, Roma e per l’Ilva. Ma, stando alle informazioni giunte nel tardo pomeriggio di ieri, ciò non potrà avvenire prima di giovedì, quando si riunirà il Consiglio dei ministri. Alla giunta regionale, peraltro, i vertici della Burgo hanno confermato la volontà di rimanere a Tolmezzo, confermata dai 7 milioni e mezzo di euro investiti negli ultimi anni, di cui un milione 600 mila stanziati a dicembre.
Sul fronte strettamente legale, invece, il presidente Tondo ha delegato agli avvocati della Regione di verificare la posizione dei singoli componenti della giunta in relazione ai reati contestati, che non sono solo quelli di abuso d’ufficio, ma anche riferiti agli articoli 635 e 674 del Codice penale, relativi alle problematiche ambientali. Singolare, in particolare, il caso dell’ex assessore, Maurizio Salvador, entrato in giunta proprio nel dicembre ’98, in sostituzione di Giovanni Vio, e quindi coinvolto nella delibera. L’ex presidente, Roberto Antonione, peraltro, per sua ammissione, non ha ancora ricevuto l’avviso di garanzia, che ha invece già raggiunto gli altri componenti l’esecutivo.

Quindici anni di proroghe. Ora ci vorranno trenta mesi di lavori per mettere a norma l’impianto

Quindici anni di proroghe e, alla fine, un provvedimento, quello della magistratura, traumatico, che mette in discussione la continuità produttiva di un’azienda, la Cartiera Burgo, che occupa, tra dipendenti diretti e indotto, 600 persone. E’ dall’87, infatti, che le giunte che si sono succedute al governo della Regione hanno concesso proroghe relative agli scarichi della struttura produttiva. Fino al ’99, peraltro, l’impianto di depurazione è stato gestito dalla società Passavant, quindi è subentrato, per iniziativa anche della Regione, il consorzio di depurazione "Alto Tagliamento", una struttura partecipata da enti pubblici e dalle aziende della zona.
Nei tre lustri considerati sono stati effettuati diversi investimenti per poter procedere all’adeguamento dell’impianto ma, parallelamente, si è modificata la normativa. L’ultima innovazione significativa è stata il decreto legislativo 152, emesso nell’agosto del ’99, alla base dell’indagine compiuta dalla magistratura tolmezzina, che impone l’attivazione di una serie di procedure e modifica i limiti di carattere biologico per quanto concerne la qualità delle acque scaricate. Per la Burgo, l’aspetto critico è quello dello sbiancamento della cellulosa. «Il ministero dell’Ambiente che abbiamo contattato – sottolinea l’assessore regionale, Paolo Ciani – ci ha confermato che il termine per adeguare gli impianti, in base al decreto 152, è a giugno di quest’anno, per cui la possibilità di operare ci sarebbe stata comunque».
Una volta ratificato l’accordo di programma, con il quale, tra l’altro, la cartiera Burgo si impegna a costruire il primo tratto dell’acquedotto duale, in grado di separare le acque bianche dalle nere, in modo da farle rientrare nel processo di lavorazione e quindi ridurre il consumo, ci vorranno almeno trenta mesi per poter eseguire tutte le opere, a dimostrazione della complessità di una procedura che comporta il coinvolgimento di enti pubblici, in primis Regione, Provincia (che dal Duemila ha la piena competenza in materia), Comune di Tolmezzo e Azienda per i servizi sanitari, oltre al consorzio "Alto Tagliamento", e privati, dalla cartiera all’ente gestore della zona industriale.


Provincia Commissione ambiente convocata per domani

La situazione dell'impianto di depurazione della cartiera Burgo impegnerà domani anche la commissione provinciale ambiente, in una riunione straordinaria convocata alle 9.30. «Attendiamo di conoscere quali saranno le decisioni della giunta regionale - spiega Fabio D'Andrea, presidente del consiglio e sindaco di Rigolato -, ma in questi giorni ci siamo mossi attraverso una serie di riunioni, culminate poi nella convocazione della commissione, per decidere quale sarà il cammino che la Provincia vuole e deve percorrere». Da due anni, dunque, la Regione ha trasferito gratuitamente la proprietà dell'impianto di depurazione dell'Alto Tagliamento alla Provincia che, assieme al Consorzio industriale del Medio Tagliamento, al Comune di Tolmezzo, alla Comunità montana della Carnia, al Consorzio depurazione acqua della Bassa friulana e alla cartiera Burgo, ha costituito la società di gestione della struttura, assumendosene quindi la responsabilità. "Per la soluzione radicale della questione - commenta il presidente della Provincia, Marzio Strassoldo - già in agosto ci eravamo mossi per la messa a punto di un accordo di programma tra noi, la Regione, il Comune di Tolmezzo, la società di gestione dell'impianto e la cartiera Burgo per definire la volontà, le risorse e le competenze per la messa a norma del depuratore. Abbiamo quindi voluto assumerci la piena responsabilità della riqualificazione dell'impianto anche perché impegnati nella ricerca delle vie di sviluppo della Montagna, sviluppo che non può esistere senza una forte presenza industriale sia nella conca tolmezzina, sia nelle vallate montane».

I sindacati hanno proclamato per domani lo stato di agitazione. Ieri assemblea delle maestranze nella sala mensa della cartiera.

Otto ore di sciopero, in fabbrica anche le famiglie.

Cigil, Cisl e Uil sono fiduciose: «Il quadro generale è ora definito, ci sono vie d’uscita che portano al dissequestro»


Uno sciopero di otto ore, previsto per domani, con il presidio dei cancelli dell’unità produttiva tolmezzina, al quale i lavoratori si presenteranno assieme alle famiglie. E’, in sintesi, quanto deciso nel corso dell’assemblea, mai così affollata, svoltasi ieri pomeriggio, nella sala mensa della cartiera Burgo.
In mattinata i rappresentanti sindacali delle Rsu, assieme agli esponenti della Cgil, Cisl e Uil dell’Alto Friuli avevano concordato una strategia comune che ha poi coinvolto le segreterie nazionali.
«Da Roma ci è stato confermato che è partita la richiesta per un incontro urgente con il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli - ci dicono alcuni sindacalisti al termine dell’assemblea e dell’incontro con i vertici aziendali-. Inoltre abbiamo chiesto di poter incontrare l’amministratore delegato della Burgo, in maniera tale da poter avere un quadro preciso della situazione anche dal punto di vista occupazionale».
Nel comunicato emesso dalle rappresentanze sindacali viene ribadito che, nel corso della partecipata assemblea, sono state affrontate le possibili conseguenze connesse all’ordinanza di sequestro preventivo, emesso dal Gip del Tribunale di Tolmezzo, per un reparto della cartiera.
Conseguenze che delineano una situazione complessa, non solo per gli aspetti economici, produttivi e occupazionali, ma anche per quelli ambientali, sui quali insiste la sensibilità dell’opinione pubblica.
Dario Nicolino, rappresentante sindacale della Cisl, sembra fiducioso quando afferma:«Il quadro generale si è definito meglio. Lo scenario ci sembra preciso e pare che ci possano essere delle vie d’uscita per arrivare al dissequestro, che potrebbe già essere inoltrato nelle prossime ore da parte dell’azienda».
Dopo l’incontro, avvenuto a Udine, la Regione ha confermato che ci sono le risorse economiche per intervenire sull’impianto di depurazione, ci sarà un programma d’intervento e sarebbe imminente la nomina del commissario ad acta, nominato dal Governo, e che potrebbe snellire l’iter burocratico. I tempi che si profilano per una soluzione definitiva però non sono brevi: almeno un paio di anni.
«Non possono esserci altre deroghe, quindi è necessario che tutti, per le loro competenze intervengano per evitare ripercussioni pesanti - afferma un altro sindacalista-. Se non ci saranno ripensamenti, mercoledì a mezzogiorno i carabinieri interverranno per porre i sigilli all’impianto di depurazione. L’azienda si è già mossa per la messa in sicurezza degli impianti e a quel punto cesserà ogni attività».
Una situazione che rischia di diventare molto seria per i circa 450 dipendenti, ma anche per gli altri 150 lavoratori che gravitano nell’indotto.
E’ per questi motivi che l’assemblea dei lavoratori ha proclamato la manifestazione di mercoledì, che non vuole essere una protesta contro qualcuno, ma solo un mezzo per cercare di recuperare, il più rapidamente possibile, i diversi ritardi registrati in questi anni (sia per i soggetti pubblici sia per quelli privati), e per esprimere le loro preoccupazioni sul futuro dell’azienda.


www.messaggeroveneto.it


< Torna alla pagina di febbraio