Indagine di Legambiente e Confcommercio sui centri minori. Tre piccoli comuni "promossi"

Ci sono anche tre comuni friulani tra i promossi dalla ricerca condotta dal Gruppo Cresme per Legambiente e Confcommercio, i cui risultati sono stati resi noti ieri a Roma.
Degli 8.096 municipi che compongono la nostra penisola, 3.644, il 27,8% del territorio nazionale, contano meno di duemila, di questi ultimi, 1.867, pari a un’area territoriale di 50 mila chilometri quadrati, sono a «rischio disagio».
Secondo i risultati della ricerca commissionata da Legambiente e Confcommercio, che sono stati presentati dai rispettivi presidenti, Ermete Realacci e Sergio Billé, c’è un’Italia con la «i» minuscola, dove i paesi invecchiano in fretta e per metà sono disabitati, dove i piccoli esercizi tendono a scomparire e il turismo è dimezzato rispetto al resto della penisola, e contemporaneamente, c’è un’Italia minuscola solo nelle dimensioni.
Quello dei comuni minori infatti, è un universo disomogeneo dove, al pari di aree che rischiano uno spopolamento irreversibile, regnano oasi felici con un’alta qualità della vita, di forte attrattiva turistica e, quindi, con un’economia di tutto rispetto.
Ne sono un esempio molti e famosi comuni tra cui: Corvara in Badia, Santa Cristina in Val Gardena, Pozza di Fassa e Stelvio in Trentino Alto Adige; oppure Alleghe, San Vito di Cadore, Sappada, Selva di Cadore e Zoldo Alto in Veneto; Malborghetto Valbruna, Forni di Sopra e Forgaria nella nostra regione; come anche Alfedena, Campo di Giove, Civitella Alfedena, Ovindoli e Rocca di Mezzo in Abruzzo, e Stintino e Muros in Sardegna.
Paesini, antichi borghi e luoghi di un’Italia meno conosciuta, che hanno saputo trasformare il loro esser piccoli in un punto di forza.
Così non è invece, per quei 1.867 comuni, concentrati nel Sud e nelle Isole, nelle aree interne del Centro, nell’alta Toscana, caratterizzati da deficit imprenditoriale e difficoltà economiche, da carenza di servizi e da scarsa attenzione al territorio e alle sue potenzialità.
«Bisogna valorizzare l’Italia periferica - ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli -. Non possiamo permetterci di abbandonare a se stesso quasi il 28% del territorio. La tutela del Paese non è né di destra né di sinistra, ma fa parte della nostra intelligenza».

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