Friulano, 80% nelle prime elementari
(Tommaso Cerno)

Un rapporto dettagliato sulla situazione inviato da Forte al ministro Letizia Moratti . L’adesione globale supera il 50%. I dati più bassi nelle scuole medie

UDINE – Il boom annunciato di adesioni al friulano in classe c’è, ma si registra tra i più piccoli: con il record siglato dagli alunni delle prime classi, con picchi più alti alle elementari che alle materne. Fanalino di coda, salvo eccezioni, la scuola media.
Quell’80% anticipato nei giorni scorsi dal dirigente regionale Bruno Forte per la provincia di Udine, e calcolato su un campione del 60% di formulari già consegnati alle scuole, dunque, è per gran parte merito delle matricole. Per il resto, la flessione c’è stata, fino a sfiorare picchi negativi distribuiti a macchia in alcune zone del Friuli Venezia Giulia. Una flessione ancora "ufficiosa" ma che trova le prime conferme tra molti dirigenti scolastici del Friuli.
All’indomani della scadenza dei termini per le adesioni alla marilenghe nelle scuole, lo scorso 9 marzo, dall’ufficio scolastico regionale non si fanno comunque anticipazioni sull’esito del censimento. Anche se i dati che già stanno facendo il giro delle scuole, tra presidi, funzionari e mondo sindacale, registrano la diversa sensibilità degli alunni man mano che si alza l’età.
Il globale, comunque, che verrà confermato solo tra qualche giorno, supererebbe il 50 per cento di adesioni, distribuite oltre che per fasce d’età anche per collocazione geografica: più alta nella Bassa friulana e in Carnia, con picchi oltre il 70% come a San Giorgio e tra Moggio e Pontebba, e più contenuta nelle città. Con gli asili che registrerebbero in alcune zone del Friuli centrale una percentuale più bassa di sì, ma anche un numero contenuto di no, con molte schede non compilate.
Nessun flop, però, visto che il trend ha una spiegazione logica. «Ci sono 11 anni di percorso formativo in gioco - commenta l’ispettore scolastico Odorico Serena, interpellato sulle indiscrezioni riguardo ai dati - per cui è normale che si registri una diversa adesione tra le prime classi e gli anni successivi». Così come, secondo Serena, «il dato della scuola media - aggiunge - si riferisce a un periodo considerato di uscita dal percorso formativo, per cui è normale un calo».
Per l’ufficialità si dovranno attendere diversi giorni, sia per compilare le schede tecniche di raccolta predisposte dagli uffici regionali ed avere un quadro completo della situazione, sia per alcuni ritardi segnalati dalle direzioni scolastiche nella materiale consegna dei moduli a Trieste. Intanto, gli uffici della direzione scolastica sono al lavoro per iniziare la distribuzione del secondo modulo, questa volta rivolto ai docenti chiamati ad esprimere la propria volontà di aderire all’area plurilinguistica, con lo scopo ulteriore di censire le esperienze già maturate dal corpo insegnante in materia di lingue minoritarie. Un referendum che servirà a costituire i primi gruppi di lavoro tra professori, per avviare almeno in fase sperimentale l’insegnamento in friulano dal prossimo settembre.
L’ufficio scolastico regionale ha già preso i primi contatti, seppur in via informale, con le sigle sindacali che, al tavolo di concertazione con la vicepresidente della Regione Alessandra Guerra avevano dato una disponibilità di massima, con la richiesta di partecipare in maniera stabile alla concertazione.
Mentre prosegue il censimento dettagliato delle adesioni al friulano, dunque, un dossier completo sulla riforma che interesserà materne, elementari e medie del Friuli Venezia Giulia ha raggiunto ieri mattina Roma, per essere depositato sul tavolo del ministro della pubblica istruzione, Letizia Moratti. Un rapporto dettagliato, quello prodotto dal direttore scolastico Forte in tre copie, proprio nel giorno in cui i numeri ufficiali del censimento girano negli uffici triestini. Il plico inviato ieri al dicastero di viale Trastevere servirà a ragguagliare governo e uffici tecnici su tutti gli aspetti della riforma che introdurrà la marilenghe e le altre lingue minoritarie sui banchi friulani. L’iniziativa di Forte avrà anche il compito di comunicare al ministro il clima che in Friuli Venezia Giulia si è creato attorno alla riforma sul friulano, reazioni di professori e genitori contrari, comitati e polemiche politico-istituzionali di queste settimane comprese.
Il prossimo passo sarà quello di avviare la discussione all’interno dei consiglio di istituto su programmi e percorsi formativi per alunni. Quando i numeri del censimento saranno certi e si conoscerà la disponibilità dei docenti.


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