Le delusioni dei friulani nella Grande guerra

Il libro di Antonio De Cillia sarà presentato domani pomeriggio ai Musei di Gorizia

Oltre ottant’anni non hanno appannato il mito della Grande guerra, specialmente tra la gente friulana che ne ha dovuto sopportare le conseguenze sulla propria pelle e sul proprio territorio. Partendo da questa premessa, la Provincia di Gorizia in collaborazione con il Centro friulano di studi Nievo e la Cooperativa libraria editrice Università di Padova, ha organizzato per domani, alle 17, ai Musei provinciali di Gorizia, la presentazione del volume I Friulani e la grande Guerra di Antonio De Cillia.
Usufruendo di gran copia di documenti o testimonianze giornalistiche e memorialistiche dell'epoca, trascurate o neppur prese in considerazione dalla letteratura precedente, il libro – impostato secondo un'ottica che focalizza il discorso sulle vicende dei civili – si propone di tracciare un quadro globale di quella tragica prova che ha coinvolto le popolazioni del Friuli orientale e centrale, e di dare conto di come esse abbiano fatto fronte a tale dolorosa esperienza.
Nel libro viene contestualmente richiamato il pensiero dei contemporanei, sia di quelli di qua che di quelli di là del Judrio, confrontandolo con quanto se ne scrive oggi: dalle polemiche sulla "porta aperta" e dai moti interventisti all’opposizione socialista, agli internamenti facili da entrambe le parti. Sono ricordati l'esodo dall’Isontino degli anni 1915-16, il dramma di Gorizia bombardata da entrambi gli eserciti, quello dei profughi, o di coloro che erano rimasti. Poi le speranze di un mondo nuovo e le immediate delusioni del dopoguerra con la drammatica situazione economico-sociale e il rinfocolarsi degli odi ideologici; il mancato accoglimento da parte del governo italiano delle richieste di autonomie amministrative avanzate dai goriziani. E il desiderio diffuso di tranquillità che avrebbe condotto fatalmente all’accettazione del pugno forte. Vicende regionali, rimaste nell’ombra finora, che il libro porta alla ribalta con incisività.
All'appuntamento con il pubblico parteciperanno l'autore, il professor Fassina dell'Università di Padova, la professoressa Mirmina del Centro Nievo e l'assessore provinciale alla Cultura, Marangon. Aprirà l'incontro il Presidente della Provincia, Giorgio Brandolin.
Antonio De Cillia, di origine carnica, ma nato a Udine, ingegnere civile, già segretario dell’Accademia udinese di scienze lettere e arti, è vicepresidente del Centro friulano di studi Ippolito Nievo. Dagli anni Ottanta si occupa di ricerche sulla storia del Friuli. Sono oltre novanta i titoli pubblicati, tra cui Il Medio Friuli e Il canale Ledra-Tagliamento; Dal contado di Belgrado al comune di Lestizza; Guglielmo Biasutti nella tradizione udinese di carità; Antonio di Montegnacco, segno di contraddizione nella cultura friulana del Settecento; La Carnia di ieri: la mont, il bosco e l'emigrazione; La difesa del confine orientalenei giornali friulani prima della Grande guerra; I friulani durante l'invasione 1917-18: i "rimasti"; I fiumi del Friuli, risalendo la storia; Le vicende del beni comunitari nel Friuli Veneto.


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