PALUZZA. L’Austria chiede di sistemare la 52 bis
(Fausto Coradduzza)

Vienna ha stanziato già 103 milioni di euro per il collegamento che arriva al passo di Monte Croce Carnico

Secondo il presidente del consiglio regionale Martini potrebbero essere Autovie e Autostrade a farsi carico dei lavori

Accanto all’occupazione, il tema che si trova prepotentemente al centro dell’interesse della zona montana, è senz’altro quello della viabilità. Nei prossimi mesi, gran parte delle strade gestite dall’Anas passerà alla Regione. Certamente non tutte e soprattutto quelle a valenza internazionale. In Carnia, la famosa statale 52 bis che da Tolmezzo porta al confine con l’Austria è proprio un asse viario che in questi giorni si trova nuovamente protagonista di interessi internazionali. Nei giorni scorsi, nel corso di un incontro tra le delegazioni dei consigli regionali del Friuli Venzia Giulia e della Carinzia, il presidente di quest’ultimo, Freunschlag, ha richiesto alla parte italiana una accelerazione nella sistemazione del tratto di sua competenza, quella che dal passo di Monte Croce Carnico porta a valle.
L’Austria, infatti, ha già messo a bilancio il raddoppio del traforo del Felbertauernstrasse (la strada dei Tauri) che porterà a un consistente aumento del traffico turistico dalla Baviera verso Lienz e, considerati i lavori eseguiti in previsione dalla località austriaca Kotschach-Mauthen al confine di Stato, il Plöchenpass (Passo di Monte Croce Carnico, sopra Timau, in comune di Paluzza) per circa 103 milioni di euro (200 miliardi di lire), lavori che saranno completati nel corso di questo anno, urgentissima, quindi, è la sistemazione che compete al governo italiano.
Il presidente del consiglio regionale Martini asssieme a tutta la delegazione ha preso atto di ciò e ha inviato al ministro per ler Infrastrutture la sollecitazione perché, anche l’esecuzione dell’opera sul territorio italiano, abbia carattere prioritario tra quelle da finanziare nei prossimi piani triennali in quanto, fino ad ora, di tutto si è parlato fuorchè di un adeguato finaziamento che risolva in modo radicale non solo i pericolosi punti neri di Noiaris e della località Ponte di Zuglio, ma anche l’attraversamento dei tre centri: oltre Timau, di Paluzza, Arta Terme ed Imponzo-Cadunea fino al bivio di Tolmezzo, in via Paluzza.
«Una soluzione - suggerisce il presidente del Consiglio regionale Martini - potrebbe giungere anche dal prolungamento della concessione che lo Stato deve dare ad Autovie Venete per i prossimi vent’anni. In altri termini, potrebbero essere proprio le due Società, la Autovie Venete e la Società Autostrade spa a farsi carico, come raccordo autostradale, della tratta Amaro-Passo di Monte Croce Carnico in considerazione che, senz’altro, gli enti locali territoriali non potrebbero sopportare un simile onere finanziario».
Considerati questi fatti, si può ben dire che sta tornando a galla un interesse internazionale della statale 52 bis, con indubbi benefici anche per la Valle del But e, si spera, per la Carnia.


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