L’Ana: gli alpini rischiano di sparire
(Anna Rosso)

L’appello del presidente: bisogna coinvolgere i 25 mila che hanno fatto il servizio militare

Sono sempre meno numerose le penne nere che fanno capo alla sezione di Udine dell’associazione


L'ombra di un futuro esercito di professionisti si allunga sulla sezione di Udine dell'Associazione nazionale Alpini, che può contare su quasi 12 mila iscritti. Iscritti che vanno via via diminuendo, secondo una tendenza che sembra ormai inarrestabile. Di qui l'appello del presidente Roberto Toffoletti, che ha parlato ieri nell'ambito dell'assemblea annuale, affinché il sodalizio si adoperi per coinvolgere i circa 25 mila che hanno svolto il servizio militare negli alpini, ma non sono iscritti all'Ana. E si riferisce in particolare ai giovani, ai quali, a suo avviso, andrebbe riservato maggiore spazio per le loro iniziative.
Secondo l'attuale legislazione, nel 2007 sarà abolito l'obbligo di prestare il servizio militare. Fare il soldato, sarà dunque una professione come tutte le altre. «In quel momento - dichiara Toffoletti con una certa amarezza - si chiuderà quel nostro mondo fatto di tradizioni, di consuetudini e di motivazioni che ci hanno portati a scegliere senza indugio di fare l'alpino. Il nostro stimolo era che in famiglia o tra gli amici del paese tutti avevano fatto l'alpino e poi c'erano il gruppo locale dell'Ana, la festa dei coscritti e, non ultimo, il fascino esercitato sulle ragazze grazie ad una divisa che ci riempiva di orgoglio».
Ed ora, di fronte ad uno scenario in continua evoluzione, agli alpini viene spontaneo domandarsi: Davvero è tutto finito? «No - risponde deciso il presidente - ritengo che l'Ana abbia ancora un lungo periodo di fronte a sé. Ancora per qualche anno infatti potrà contare sui ragazzi della cosiddetta ferma annuale. Ad esempio quelli della fanfara e del coro della nostra Julia - specifica -, con i quali dopo l'esibizione ci intratteniamo per mangiare una pastasciutta e per intonare una canzone: perché sono ancora com'eravamo noi a suo tempo. Difficile però immaginare simili momenti quando ci saranno i professionisti: dopo l'orario di lavoro, molto probabilmente, ognuno di loro riprenderà la strada di casa o, al massimo, si fermerà al bar con gli amici. Per noi si tratta di un cambiamento difficile da capire e da accettare. Dobbiamo tuttavia rassegnarci e soprattutto adeguarci, cercando in ogni modo di scongiurare il distacco tra l'associazione alpini ed gli alpini in armi».
Ad ascoltare le parole di Toffoletti, un folto pubblico riunito nelle sale del cinema Ariston. Tra i presenti, anche Romeo Zanetti: annata 1916, ex combattente in Grecia, Albania e Russia, medaglia d'argento al valor militare. A fare da cornice, immancabili, i tricolori, i cappelli con la penna nera e i gagliardetti, centoventuno bandiere triangolari in rappresentanza degli altrettanti gruppi della sezione udinese dell'Ana. Una sigla, quest'ultima, che non ha nemmeno bisogno di essere esplicitata qui in Friuli, ove l'associazione è presente in tutti i paesi, anche nei più piccoli. E si distingue nella quotidianità impegnandosi in attività diverse, ma tutte ugualmente riconducibili al filone della solidarietà o dell' utilità sociale. Gli alpini infatti, solo per fare alcuni esempi pratici, ristrutturano piccoli monumenti, ripristinano sentieri, sistemano una pavimentazione pericolante e, più in generale, sviluppano sinergie con la Protezione civile, stipulano convenzioni con i Comuni, organizzano feste, concerti, manifestazioni sportive, conferenze e commemorazioni, conducono campagne ecologiche e sostengono raccolte di fondi benefiche.

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