RAVASCLETTO. «Usi civici, imitare il Cadore»
(Gino Grillo)

Lo suggerisce il consigliere Stefano Plazzotta

Continua la battaglia sugli usi civici in Carnia. Usi civici che sono stati riconosciuti tali, secondo la testimonianza del consigliere comunale Stefano Plazzotta, anche dal Comune di Ravascletto in una seduta dello scorso giugno, quando il Comune deliberò di sollecitare i vari organi regionali preposti ad adoperarsi affinché i diritti di uso civico sulle proprietà collettive di quel comune vengano riconosciute a norma di legge.
La querelle dei manifesti, pro e contro tali usi civici, e gli atteggiamenti definiti autolesionistici di coloro che sono contro, secondo Plazzotta, contribuiscono a spiegare il netto divario socio-cultural-economico tra le realtà della montagna del Cadore e del Trentino Alto Adige, dove tali forme di proprietà collettiva sono riconosciute e valorizzate in maniera ottimale, contribuendo alla gestione e alla tutela ambientale del territorio montano.
«Dispiace – prosegue Plazzotta – pensare che taluni nostri amministratori possano ancora essere fermi alla vecchia idea che il veder riconosciuto dalla legge il territorio di proprietà delle frazioni in Carnia, vada contro gli interessi dei vari enti amministrativi comunali».
Plazzotta ricorda come in Carnia le terre presunte o accertate di uso civico equivalgano quasi, nella totalità, a migliaia di ettari di superficie a bosco e che è proprio il definitivo riconoscimento giuridico secondo la legge dello Stato 1766 del 1927 che attribuisce la piena proprietà di queste terre alle comunità originarie da sempre titolari, come quindi il diritto a tutti i proventi di natura economica legati al loro sfruttamento. La legge sancisce, tra l’altro, anche l’inalienabilità e l’indivisibilità delle terre soggette a uso civico.
Intanto ieri sera anche il Comune di Forni di Sotto ha posto all’esame del consiglio comunale la rattifica della decisione della giunta di effettuare una variazione del bilancio per inserirvi i proventi di beni soggetti ad uso pubblico. A tale riguardo, componenti del Movimento per riavere i terreni soggetti a uso pubblico hanno segnalato come i Comuni debbano, in questi casi, tenere una contabilità separata per i proventi dei beni soggetti a uso pubblico. Proventi che non debbono concorrere al bilancio generale del Comune stesso, ma essere posti a disposizione dei frazionisti proprietari del diritto di sfruttamento di tali beni.

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