Filologica. Radici e futuro nella città di Pre Bepo Marchet. Tradizione e sito web
(N. C.)

Sicuramente Pre Bepo Marchét, lassù dov’è, sarà contento! Sì, per la via che finalmente la sua Gemona gli ha dedicato, ma prima e soprattutto per la compattezza della Filologica e degli amministratori che stanno al suo fianco nella meritoria opera di difesa e promozione della lingua e della cultura della Piccola patria. Soddisfatti, ieri, lo erano un po’ tutti: oltre ai già citati e ai vertici della Sff al gran completo, il presidente della Provincia di Pordenone De Anna, l’assessore alla cultura della Provincia di Gorizia Marangon, quello del Comune di Udine Liliana Cargnelutti, e poi Mario Toros e Ferruccio Clavora, presidente e direttore di Friuli nel mondo, Adriano Degano, il furlan di Rome, e il cavaliere del lavoro Marco Fantoni. Accanto a loro, i tanti esponenti della cultura, fra i quali citiamo qui Lelo Cjanton ed Eddy Bortolussi (spigliatissimo nella veste di presentatore), testimoni della meravigliosa stagione di Resultive, ma anche curiosi e attenti nei confronti del mondo che cambia. E la Filologica non affronta impreparata questa nuova sfida, dato che proprio ieri – illustrato dal professor Pier Giorgio Sclippa – ha presentato il sito web della Sff che ci offrirà tuttta la friulanità in rete: www.filologicafriulana.it per adesso è solo in italiano, ma presto parlerà anche friulano, inglese e tedesco. Futuro e passato spesso si toccano, specialmente quando si tratta di studi veri ed approfonditi, come quelli presentati al decimo concorso Ciceri, quest’anno intitolato, oltre che a Luigi, anche alla sua indimenticabile Andreina. I contenuti dell’iniziativa e le motivazioni dei premi sono stati illustrati dal professor Gian Paolo Gri e dal professor Eraldo Sgubin. I vincitori: primo premio per le tesi di laurea a Claudio Lorenzini (ottimo lavoro sulla comunità della pieve di Invillino), secondo ex aequo a Daniela Zavalin (racconti popolari del Canevese) e a Carla Cengarle (una tesi sulla storia della tessitura attraverso la scoperta di un artigiano udinese del ’700); tra i saggi, riconoscimenti a Decio Tomat e a Pieri Stefanutti. Infine, premi ai video Il Tajament (Giancarlo Valerio) e Cortâl, une vile dal Friûl (Giampietro Nadalutti). Le parti di approfondimento hanno visto protagonisti il poeta e ricercatore Mauro Vale (bellissimo il suo intervento, con filmato, su Santa Maria della Pieve tra Magister Johannes e Maestro Griglio) e dello studioso Enos Costantini, che ha presentato il lavoro a più mani Glemone, altrettanto bel numero unico che ci offre un ritratto documentato, elegante ed esauriente dei tanti volti di Gemona. E i volti di Gemona sono anche sonori, come il coro Glemonensis, diretto dal maestro Degano, che ci ha riportati al sapore poetico delle nostre salde radici cantando Il cjant de Filologiche, In che sere e L’ago frescjo. Un sorso di tradizioni e un importante mattone per il Friuli del terzo millennio.

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