Cercivento, altri espropri
(Oscar Puntel)

Dopo il tubone per le centraline, anche la zona artigianale porterà via terra ai contadini
Il sindaco De Alti spiega: «Voglio creare le condizioniper lo sviluppo, affinché la gente non debba spostarsiper lavoro verso Ampezzo, Tolmezzo ed Amaro»


Prima il tubo, adesso la zona artigianale. Non si sono ancora placate le diatribe sulla costruzione dell'elettrodotto di collegamento dalla centralina di Museis a quella costruenda di Nojaris, che a Cercivento è di nuovo tutto un vespaio di polemiche. E anche questa volta, nell'occhio del ciclone, c'è finito il comune, colpevole secondo alcuni agricoltori, di voler espropriare altri prati, questa volta per dar vita a una nuova zona industriale.
Già l'interramento del tubo da parte della Secab, in località Braides del Flum dovrebbe durare su per giù un anno, limitando dunque la produzione agricola, in quella zona per tutta la durata dei lavori. Ora si vuole fermare, in nome dello sviluppo, anche le attività produttive in località "Gleria", che curiosamente è la continuazione, a sud, di Braides dal Flum, sulla sinistra della strada di collegamento arrivando a Cercivento da Paluzza. Stringi stringi, Cercivento verrebbe così privata della sua migliore zona agricola, sulla sponda del fiume Bût. I locali agricoltori ringhiano di brutto, perché si sentono beffati una seconda volta. Non riescono a mandar giù il rospo dell'esproprio a cose già fatte. Vale a dire che, stando a quanto riferisce il loro portavoce, Paolo Bidoli, il comune ha taciuto per molto tempo, anche durante la richiesta delle necessarie concessioni, poi si è rivolto ai proprietari dei fondi terrieri con le autorizzazioni già belle preparate e confezionate, dove bastava solo aggiungere la propria firma per consentire al comune di iniziare i lavori per la nuova zona industriale. La bastonata ufficialmente è arrivata in data 27 dicembre 2000, quando il consiglio comunale di Cercivento ha approvata la costruzione di questo nuovo Piano Insediamenti Produttivi, come si chiama in gergo. Il costo previsto, per il primo lotto, è di 500 milioni, sostenuto dal Consorzio investimenti del medio Tagliamento. I lavori prevedono anche il rialzamento e livellamento della terreno interessato alla costruzione degli opifici.
A Cercivento, però, una zona industriale già esiste e funziona, ed è collocata sulla statale per Ravascletto; non sarebbe meglio allora completare prima questa e poi, eventualmente, darne vita ad un'altra? "In realtà la zona artigianale di Cercivento è già completata: parte del terreno appartiene a un mobilificio, che è in produzione, un'altra zona invece è un contenzioso, in cui non si può realizzare nulla finché non è risolto" spiega il sindaco, Dario De Alti. Il primo cittadino ci tiene anche a scrollarsi di dosso la reputazione di aver tramato alle spalle dei proprietari: "Non è vero che i cittadini non sapevano nulla. Il P.I.P era già stato individuato 10 anni fa., noi abbiamo portato avanti il lavoro delle precedenti amministrazioni. Ne avevo parlato anche nel 1998, durante la mia campagna elettorale. Prima di partire con gli espropri avevo convocato tutti i proprietari. La maggioranza assoluta aveva appoggiato il progetto firmando anche una carta di adesione "bonaria". Solo una minoranza irrisoria si è opposta", aggiunge. Il sindaco vorrebbe costruire quella nuova zona artigianale per rivitalizzare il patrimonio del paese. "Esistono molte persone che sono costrette ad andare fuori Cercivento per lavorare. Io voglio far stare la gente qua, voglio creare le condizioni per lo sviluppo di piccole realtà industriali in paese, affinché la gente non debba spostarsi ad Ampezzo, a Tolmezzo o ad Amaro", racconta il sindaco.
Appaiano chiare però alcune contraddizioni. In nuovo insediamento artigianale verrebbe edificato in una zona in cui non si può costruire, perché considerata alluvionabile. Oltrepassando la strada che porta a Paluzza, quella zona non è più considerata alluvionabile. Possibile che sei metri facciano davvero la differenza? "Perizie geologiche hanno appurato che anche quella zona è soggetta ad alluvioni, tuttavia il rischio è minore, rispetto ad altri territori del comune. Paradossalmente è più alluvionabile la prima zona artigianale di Cercivento", conclude De Alti.

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