Usi civici, guerra di manifesti. A favore e contro la tradizione. Alcuni sono stati strappati
(Gino Grillo)

Ritornanno alla carica i fautori degli usi civici in Carnia. La zona è stata recentemente tapezzata di alcuni manifesti, di colore verde, nei quali il movimento per riavere le proprietà collettive della nostra regione, con sede a Casanova di Tolmezzo, rivendica le proprietà, ovvero «ciò che con l'avvento di Napoleone gli era stato ingiustamente tolto». Al di là delle polemiche sulla sparizione dei manifesti, che verrebbero tolti dai luoghi di affissione, il Movimento invita gli “eletti del popolo” a non rinviare più la soluzione del problema, per l'altro, asseriscono, già risolto in altre regioni, e di approvare i sette articoli di legge presentati in Regione dai consiglieri regionali Claudio Violino e Viviana Londero, in cui si chiede di attribuire alla Regione tutte le funzioni amministrative ora esercitate dal Commissario regionale per la liquidazione degli usi civici, per determinare i poteri dei comitati per l'amministrazione dei beni frazionari, per le spese per il riordino e la riapertura delle operazioni del riordino nei Comuni dove sono stati emessi decreti di archiviazione. A questi manifesti successivamente se ne sono aggiunti altri, a cura dell'amministrazione comunale di Ampezzo, uno dei Comuni più ricchi di boschi della Carnia. In questo tazebao si invita chi di dovere a non prestare attenzione a coloro che vogliono ridiscutere la questione degli usi civici. «Se la proposta della Lega Nord – si legge nella nota - venisse accolta dal consiglio regionale, buona parte della titolarietà delle proprietà private del fondovalle di Ampezzo verrebbe messa in discussione». Per avvalorare la propria tesi il Comune di Ampezzo ha affisso alcuni allegati, in cui, sin dal 1874, viene evidenziata l'importanza di mantenere di proprietà dei Comuni tali territori, ora rivendicati dal Movimento per gli usi civici, ricordando come una gestione comune dei boschi arricchisca il territorio intero a scapito di pochi eventuali proprietari privati che, per il proprio tornaconto immediato, potrebbero arrecare danni all'ambiente.

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