PALUZZA. «Il boom delle malghe deve avere un seguito»

Rigonat all’incontro della Coldiretti a Pramosio invita a recuperare le terre incolte.

«Il boom delle malghe di quest'estate è il frutto della capacità professionale dei malgari, della qualità dei loro prodotti, degli investimenti di Regione e Comuni nella malghe e nella viabilità, dell'abrogazione dei divieti d'accesso, della riscoperta dei prodotti tipici e tradizionali ma anche delle eccezionali condizioni climatiche. Tutti questi elementi, molti dei quali frutto delle battaglie di Coldiretti, unitamente alla creazione di proprietà fondiarie accorpate, possono essere trasferiti alle aziende agricole di vallate, che potranno occuparsi della cura e della tutela dell'ambiente in accordo con commercio, turismo e artigianato, creare occupazione e reddito in un territorio "più aperto e arieggiato" e nel quale vi sia un corretto rapporto fra superficie boschiva e prati». Lo ha evidenziato ieri il presidente provinciale della Coldiretti Roberto Rigonat alla Casera Pramosio, a Paluzza, dove si è svolto il tradizionale consiglio di fine estate della Coldiretti di Udine sui problemi della montagna, invitando il presidente della Giunta Regionale Renzo Tondo a rimuovere, fra l'altro, gli ostacoli relativamente all'applicazione della legge regionale sulle terre incolte, seguendo da una parte l'esperienza del comune di Sutrio, illustrata dal sindaco e presidente della Comunità Montana Enzo Marsilio, e potendo contare anche sull'esperienza maturata recentemente dall'onorevole Daniele Franz. «La montagna, se adeguatamente assistita e messa nelle condizioni di operare - ha aggiunto il presidente di zona della Carnia della Coldiretti Gianpietro Tomat - può ancora risollevarsi. Ma occorre dare risposte immediate alla aziende che ci sono applicando le norme che ci sono, come la legge Carpenedo, e la legge d'orientamento che ha finalmente introdotto la multifunzionalità e sostenendo le produzioni e le aziende montane». Anche il direttore della Coldiretti Mauro Donda ha evidenziato come oggi, anche grazie alle battaglie di Coldiretti, ci siano condizioni più interessanti per lo sviluppo, ma occorre che alle imprese siano riconosciute, anche economicamente, le funzioni che svolgono a favore del mantenimento del territorio. Oggi che le malghe sono diventate interessanti bisogna però porsi il problema di tutelare gli imprenditori locali». Ha risposto Tondo che ha posto l'accento sul fatto che la montagna deve scommettere su due filoni principalmente: su quello della ricerca applicata all'industria, come dimostrano i centri di ricerca di Amaro, e quello del recupero dell'economia integrata della quale l'agricoltura rappresenta l'asse centrale. Tondo ha riconosciuto il lavoro e le battaglie fatte da Coldiretti e ha evidenziato soprattutto il clima finalmente positivo che emerge dagli interventi degli imprenditori agricoli. Ai lavori, aperti dal saluto del vice sindaco di Paluzza Domenico Fumi, sono intervenuti, fra gli altri, Loreta Nassivera, Enzo Di Giorgio, Pietro Gortani, Sergio Rodaro, don Gianni Molinari, Maria Cuttini, Rita Nassimbeni, Pierina Alessio, Pietro Screm. Le conclusioni sono state affidate all'onorevole Franz dopo gli interventi di Giancarlo Vatri, a nome della federazione regionale Coldiretti, e dell'assessore provinciale alla Montagna Vittorio Caroli. Franz ha invitato a non temere l'allargamento ad Est e a Nord dell'Europa «perché ci porrà al centro di una grande regione agricola montana e collinare rappresentata da Carinzia, Slovenia e Friuli Venezia Giulia, area che potrà dire molto sia in termini di rappresentatività politica sia in termini economici e produttivi».

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