TOLMEZZO. Nelle malghe 1.800 capi di bestiame
(Luca Coradduzza)

I vertici della Coldiretti soddisfatti dello stanziamento richiesto dalla Comunità montana

Grazie ai contributi regionali sarà possibile realizzare altre tre stalle con tecniche innovative


«Siamo soddisfatti dei 4 miliardi, stanziati dalla Regione su richiesta della Comunità Montana della Carnia, per promuovere iniziative e valorizzare le risorse umane naturali della montagna - commenta Michele Mizzaro, segretario della Federazione provinciale Coldiretti di Tolmezzo - è un segnale di attenzione e di speranza».
Gli investimenti (2 miliardi e 600 milioni dei 4 miliardi) riguardano tre iniziative. Si tratta di due stalle per vacche da latte: una da realizzare a Ravascletto e una a Sauris con annesso, in quest’ultima, un piccolo caseificio. A Sutrio, invece, oltre alla stalla, sarà costruito un fienile dotato di impianto di essicazione del foraggio e una struttura per ospitare capre da latte. «Si sa che il privato in montagna fa fatica ad impiantare e portare avanti un’azienda - continua Mizzaro - è, quindi, un bene che Regione ed Ente comprensoriale creino le premesse per l’avvio ed il recupero di queste attività, cosa che chiediamo da anni».
In Carnia si trovano attualmente 47 malghe attive con un totale di circa 1800 capi. Di queste, 33 risultano a norma per quanto riguarda le misure igienico-sanitarie, le restanti si stanno pian piano adeguando. «E’ importante, - chiarisce il segretario della Coldiretti - che gli investimenti riguardino tutta la montagna, ma che soprattutto siano eco-compatibili, che rispettino cioè l’ambiente, le usanze e la storia dell’uomo e sfruttino veramente le ricchezze del luogo. E’ necessaria, quindi, la collaborazione tra pubblico e privato affinchè vengano valorizzate le particolarità della zona».
Per questo, già da tempo, stanno collaborando sia le associazioni degli allevatori che la Coldiretti assieme al settore veterinario, ma «anche l’ente pubblico deve tenere conto che una malga rappresenta un’importante carta da giocare per lo sviluppo del territorio - conclude Mizzaro -, che ha una valenza economica, sociale e culturale e che sono fondamentali le sinergie tra i ristoratori, i commercianti e tutte le altre realtà legate a questo mondo».
Cosa importante per il territorio carnico è incoraggiare queste attività: «non bisogna aver paura del nuovo che avanza, ma bisogna affrontarlo con le dovute maniere. Le malghe - propone Mizzaro - possono essere date in gestione anche a gente proveniente dal di fuori della Carnia e della nostra regione, purchè siano persone che lavorino e, soprattutto, competenti (albo dei malghesi); che assicurino quindi uno sviluppo della malga e non uno svuotamento o una svalutazione della stessa e che rispettino e continuino le nostre usanze e tradizioni».

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