Malghe contese tra pastori e allevatori
(Gino Grillo)

Proposta l’introduzione di clausole a favore di chi ha un’azienda agricola in zona C e assicura una monticazione adeguata

I Ds denunciano: «Molte vengono affittate da lavoratori extraregionali e poi lasciate vuote»


In questo periodo diversi Comuni, proprietari di malghe e pascoli, si apprestano ad emettere i bandi di affitto delle stesse. Molte le critiche degli allevatori locali ai canoni di affitto applicati e alle basi d'asta. A queste i Comuni contrabbattono che debbono affittare i beni comunali al maggior offerente, come richiede la legge.
Del malumore degli agricoltori carnici, che si vedono spesso sopravvanzati da allevatori di pianura o di altre zone, che poi non sembrano loro gestire le malghe secondo la vocazione e l’interesse locale, si sono fatti interpreti i Ds della Valle del But, i quali denunciano come alcune malghe vengano evidentemente affittate per secondi fini.
I Ds non spiegano quali siano, ma si interrogano su alcuni fatti: «I sindaci - dicono - dovranno pur chiedersi come mai certe malghe assegnate con affitti per una ventina di milioni, finiscano per essere lasciate vuote, senza armenti».
I bandi di alcuni Comuni carnici per l'assegnazione delle malghe favorirebbero, secondo i Democratici di sinistra, l'intrusione di pastori extraregionali, interessati più alle malghe che alla monticazione degli armenti.
Per calmierare questa tendenza i Ds suggeriscono alcune possibili soluzioni. Spiega Massimo Peresson: «A nostro avviso si dovrebbe introdurre la clausola di assegnare le malghe a coloro che vantano la titolarietà di un'azienda agricola ubicata in zona definita "C" dal Dper 2000 e una monticazione consona agli ettari della malga, cioè con un numero adeguato di capi relativamente agli ettari di pascolo disponibili».
Anche per quanto riguarda il canone d'affitto i Ds avanzano una proposta legata alla redditività della malga stessa. «Se ad esempio una malga produce 200 litri di latte di media giornaliera, in 70 giorni produce 14 mila chilogrammi di latte, pari a 1.400 chilogrammi di formaggio. Moltiplicando i chili di formaggio per il prezzo dello stesso, che è attorno alle 12.000 lire, si otterrà la somma totale sulla quale il Comune dovrà richiedere il canone d'affitto, pari al 15%».
Per le malghe dotate di agriturismo i Ds propongono che il canone d'affitto venga invece commisurato al 10% del volume d'affari dell'anno precedente.

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