TOLMEZZO. Progetto dell’Ersa per rilanciare le malghe

Lo annuncia Pinat. Marsilio: «Vanno gestite non singolarmente ma in modo organico»


L'Ente regionale per lo sviluppo dell'agricoltura (Ersa) intende elaborare un progetto organico per rilanciare le malghe della Carnia, coniugando la secolare tradizione dell'alpeggio estivo degli animali d'allevamento con le prospettive di sviluppo della montagna e di tutela dell'ambiente.
E’ quanto emerso nel convegno svoltosi ieri a Tolmezzo sul tema «Le malghe della montagna friulana quale patrimonio dell'economia agricola regionale», su iniziativa dell'Ersa e della Comunità montana della Carnia.
Il convegno è stato promosso proprio per mettere a confronto esperti di varie discipline con gli stessi malghesi, e raccogliere in tal modo utili indicazioni propedeutiche a elaborare un documento organico sull'argomento da parte dell'ersa. Sono stati così affrontati i problemi economici, giuridici, legislativi, amministrativi, igienico-sanitari e veterinari dell'attività di alpeggio in malga, con particolare riferimento alla gestione concreta di questa attività, espressione di un'antica civiltà alpina.
I lavori sono stati aperti dal presidente dell'Ersa Bruno Augusto Pinat, che ha portato il saluto anche a nome del presidente della Regione Renzo Tondo e dell'assessore regionale all'agricoltura Danilo Narduzzi, entrambi impegnati in una seduta del consiglio regionale a Trieste.
«Questo incontro - ha detto Pinat - vuole essere una riflessione comune fra produttori e istituzioni, per individuare quelle azioni che la regione e l'ersa possono intraprendere per far restare ancora l'uomo in montagna, facendo emergere le potenzialità dell'agricoltura».
«Oggi il concetto di sviluppo nel settore agricolo - ha aggiunto - non comprende soltanto la capacità di produrre reddito, ma è molto più ricco e articolato, estendendosi anche alla tutela dell'ambiente e della qualità dei prodotti. Ed è proprio in questo senso più ampio dell'idea di sviluppo che oggi le malghe tornano d'attualità per la montagna».
Tutti i relatori al convegno, pur da diversi punti di vista, hanno sottolineato l'esigenza di «reinventare» la tradizione delle malghe e dell'alpeggio d'alta quota, in termini economici e giuridici, per adeguarla ai tempi e proiettarla nel futuro.
«Occorre soprattutto - ha osservato il presidente della Comunità montana della Carnia Enzo Marsilio - che gli enti locali e i Comuni, proprietari di gran parte delle malghe, superino la logica di gestire la malga singolarmente, come unità a sè stante, per inserirla in una logica di sistema organico di tutte le malghe della montagna carnica».
E’ necessario anche, come ha rilevato Pietro Nervi dell'università di Trento, riformulare e innovare i contratti con cui le malghe vengono concesse indicando, accanto al canone d'affitto, gli impegni che il conduttore deve assolvere per la tutela dell'ambiente e del patrimonio, economico ma anche ambientale e culturale, rappresentato dalla malga stessa.

www.messaggeroveneto.it


< Torna alla pagina di ottobre