Un treno museo per escursioni da Carnia a Tolmezzo
(Bruno Arcangeli)

Il progetto sarà illustrato oggi, alle 10, a Udine. Altri mezzi ferroviari resterebbero esposti nella stazione montana

L’idea della ferrovia museo, dove poter far circolare mezzi storici su porzioni di linea appositamente allestita e preservata, non è nuova, specie nella realtà mitteleuropea, dove si contano numerose associazioni degli amici delle ferrovie (Eisenbahnfreunde); in Italia l’ambito traguardo è il classico sogno nel cassetto. Ma un sassolino è stato lanciato nelle acque stagnanti e a Udine si è costituito un apposito comitato che oggi, alle 10, al Dopolavoro ferroviario di via Cernaia 2, porterà a conoscenza il progetto per rendere possibile il ripristino a uso turistico museale della ferrovia Carnia-Tolmezzo, che a breve sarà riaperta al traffico merci.
Dello stesso comitato fanno parte Enrico Ceron, Roberto Chiandussi, Sergio Menegon, Lorenzo e Lucio Pantani e Carlo Pravisano.
Qualche cenno storico, ora. La tratta Carnia-Tolmezzo-Villa Santina (di poco più di 19 chilometri) fu inaugurata l’8 maggio 1910 dalla Società veneta costruzioni ed esercizio ferrovie secondarie italiane con sede a Padova e, secondo gli intenti di altrettanti progetti elaborati tra la fine dell’800 e gli anni 70, avrebbe dovuto collegare la Carnia al Cadore e, successivamente, Trieste con Monaco di Baviera. Rimase invece una linea ferroviaria secondaria e le sue fortune si ebbero con gli eventi bellici del primo conflitto mondiale, quando la stessa assunse un ruolo fondamentale. Quindi il rapido declino del dopoguerra e la chiusura l’11 maggio 1960 al traffico passeggeri e il 23 novembre 1967 anche di quello merci. Dopo i tragici eventi del terremoto si ritorna a parlare della sua possibile riapertura al traffico merci per agevolare la rinascita industriale della Carnia e dell’Alto Friuli, progetto portato a termine nel 1987, quando, il 5 giugno, il treno inaugurale raggiunge il nuovo terminal realizzato nei pressi della realtà industriale di Tolmezzo. L’ultimo stop è dell’estate 1998, quando a causa di urgenti lavori di manutenzione la linea è nuovamente sospesa. Ritornando all’idea della ferrovia museo, va detto che i promotori – sull’onda di positive esperienze concretizzatesi in varie parti d’Europa – si rivolgono all’Ente ferrovie, agli enti regionali, provinciali e locali, alle aziende e agli sponsor della zona ed eventualmente ad associazioni straniere che perseguono le stesse finalità, per rendere possibile la circolazione di mezzi ferroviari di interesse storico nei fine settimana del periodo estivo, ferma restando la circolazione di treni merci nei giorni feriali. In particolare alle Ferrovie si chiede la fornitura di materiale rotabile di interesse storico, come per esempio le automotrici ALn 668.1400, capostipiti di una grande stirpe con standard moderni; oppure si potrebbe recuperare un’automotrice del gruppo 800 delle Ferrovie venete di Udine e, proveniente dal museo ferroviario di Campo Marzio, di Trieste, dopo i necessari lavori di restauro conservativo, l’ALn 556 della Breda del 1940, unico esemplare potenzialmente funzionante in Italia. O ancora acquistare dei mezzi dalla Germania o dalla Croazia. Le proposte del comitato non mancano, come quella di permettere l’arrivo degli escursionisti a Stazione per la Carnia, da dove potrebbero prendere il treno museale alla volta di Tolmezzo, e da qui sarebbe possibile il noleggio di biciclette o, con un bus, andare alla scoperta delle gemme della Carnia. Il tutto impreziosito da un’esposizione di altri mezzi ferroviari a Tolmezzo, dove andrebbe realizzata anche la sede dell’associazione.

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