Paluzza, un paese carnico raccontato in rima
(Oscar Puntel)

E’ uscito "Antologia paluzzana", miscellanea di poesie raccolte e commentate dai maestri Emilio Di Lena e Velia Plozner. L’opera, voluta dall’amministrazione comunale di Paluzza, è un interessante spaccato di vita novecentesca nell’alta valle del Bût, raccontato in rime. L’idioma utilizzato è principalmente quello friulano nella variante locale, senza alcun ritocco alla grafia originale.
Cinque gli autori dei canti: Celestino Ortis, insegnate elementare e tenente di fanteria; Giuseppe Macor, insegnante di disegno e pittore; Giovanni Delli Zotti (Garibaldi), impiegato comunale; Gemma Nodale Chiappolino; Severino Galassi, scultore, pittore e poeta. Un unico denominatore si scorge, sfogliando le pagine di questo libro: tutti hanno espresso l’amore per la propria terra, raccontando tradizioni, virtù e aneddoti di un mondo che sembra ormai scomparso. In ogni canto traspare la personalità del poeta, attaccamento delle proprie radici. Il libro è un vero tuffo nel passato, chiudendo gli occhi, sembra di vedere gli autori decantare i propri versi, riflessi di un’arcaicità non lontana, dietro l’angolo. Ogni protagonista del libro comunica il suo modo di vedere la vita.
Celestino Ortis, con la sua dialettica carducciana, forte dei suoi studi umanistici, celebra la "Rocca moscarda" nel primo decennio del ‘900 con animo sognate, sintesi di storia e patria: "Non più Signora ti chiamano, o bella / sposa del madre d’Adria; più non porgi / a lui l’anello perché i figli tuoi corran felici".
Macor e "Garibaldi" sono invece i rappresentanti di una allegra e spensierata poesia, fatta per divertire e divertirsi con il suono delle parole. Il primo infarcisce i versi con il suo animo di pittore, lo fa in lingua italiana, condita di qualche latinismo. Alcuni componimenti hanno molto del descrittivo, e si fermano sui particolari, proprio come fa un pittore con la sua tela. Altri invece hanno rima baciata e sono i perfetti descrittori del suo humor. Giovanni Delli Zotti, alias Garibaldi, ha l’aria d’essere il classico poeta – mattatore, che viene invitato a feste paesane e matrimoni, per rallegrare i convenuti. Non a caso le venti poesie presenti nel libro sono tutte riservate a eventi particolari della comunità di Paluzza. La poesia è in lingua friulana, nella variante locale, la metrica è quella della "sorpresa al quarto verso", cioè quella della rima che "ti aspetti debba arrivare, prima o poi".
C’è poi Gemma Nodale Chiapolino, unica presenza femminile. I suoi versi sono brevi, battono l’attimo. Ma pure molto intensi, ricchi di una malinconia interiore che sembra esternarsi proprio con il componimento letterario. Anche per lei la lingua è quella friulana, nella variante locale, mezzo diretto per veicolare i suoi sentimenti, di precisi scampoli di storia. Il filone è quello della fede – dolore - morte, che si risolve in speranza. "Cui vôi pinsirous / tu cjales lontan / e un gîl di sudôr / tu sues cu la man" scrive in "Femine cjargnele".
Particolarmente intrigante, poi la poesia di Severino Galassi, pittore e scultore con l’hobby della scrittura. E’ una poesia triste ed ermetica. scarna nella punteggiatura, che sembra invece sostituita dal solo verso, espressione dell’animo inquieto dell’artista: "Tutto si turba in me / tutto si confonde eppoi diventa assurdo / tutto ingigantisce e ciampica mostruoso / con quell’angoscia che trascina il cuore"
"Antologia paluzzana" è un’opera destinata a far parte della biblioteca di ogni famiglia di quella comunità, quale testimonianza del ‘900. A Velia Plozner, assessore alla cultura, che ha partecipato alla stesura dell’opera, va in più il plauso di sostenere e promuovere, pubblicazioni di questo tipo. Emilio Di Lena, invece, è stato bravo a tessere, come solo lui sa fare, in un unico canovaccio tutti i 63 componimenti del libro. Lo ha fatto con semplicità, scandagliando per filo e per segno gli stati psicologici dei loro autori. Anche le poesie più difficili e intricate, giungono immediatamente alla comprensione di tutti, grazie alle sue introduzioni e alle note a margine. Questo libro, va detto, esce a distanza di qualche anno da un altro best – seller locale targato Di Lena, "Incontri con gente nostra". Ne è con tutte le differenze rilevabili, una sorta di prologo, perché raccoglie sempre testimonianze del luogo, con personaggi e personalità che han fatto la storia della piccola comunità di Paluzza.

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