Malborghetto. La magia delle maschere tradizionali. Presenti anche i timavesi
(Oscar Puntel)

L’arco alpino friulano, che incrocia le sue trazioni e le sue culture con i vicini popoli austriaci e sloveni, riscopre la magia delle maschere locali. Lo fa con un convegno in programma a Palazzo Veneziano di Malborghetto, venerdì 23 e sabato 24 novembre; l’organizzazione è curata dalla Comunità montana Canal del ferro – Valcanale.
Da Maribor a Sappada si esplorerà l’intricato mondo delle maschere alpine, quelle che accompagnano San Niccolò, quelle che sono rispolverate in occasione delle festività natalizie e quelle che si usano nel periodo di carnevale.
Il convegno, intitolato, appunto, "Maschere rituali alpine all’incrocio di tre culture – Italia, Slovenia e Austria", si compone di due giornate. Una di studio che si aprirà venerdì 23 alle 9.00 con le operazioni di segretaria e alle 9.30 con i saluti di benvenuto. Alle 10.00 sarà la volta dei relatori internazionali: Roberto Dapit, dell’Università di Trieste parlerà di "Maschere invernali lungo il confine friulano - sloveno". Hartmut Prasch, direttore del Museo di Spittal-Drau, spiegherà le "Maschere tradizionali invernali in Carinzia". Poi toccherà a Janez Bogataj, dell’Università di Ljubljana, con "Maschere e Carnevale – Usi e tradizioni in Slovenia". I lavori riprenderanno alle 14.30, dopo la pausa pranzo, con le relazioni degli esperti territoriali. Vi parteciperanno: Luigia Negro del "Circolo Culturale Rozajanski Dum" di Resia, Lucia Protto del Centro Etnografico di Sauris, Massimiliano Pachner dell’associazione "Plodar" di Sappada, Josef Moser jr. dell’associazione culturale Museo maschere di Swetschach (Austria), i rappresentanti del gruppo folkloristico "Da Jutalan" di Timau, Giuseppe Chiabudini per le Valli del Natisone, Janko Jerenko del Gruppo "Lancova vas" di Videm pri Ptuju (Slovenia) e Raimondo Domenig per la Valcanale. A margine verrà pure allestita una mostra di cartoline e di fotografie sul tema "S. Nicolò e i Krampus".
Il 24 novembre sarà invece la giornata dedicata alle scuole. Si aprirà alle 10, con la musica del Gruppo Bandistico Valcanale. Completeranno l’accoglienza i balletti folcloristici carinziani della scuola elementare di Ugovizza. Alle 10.30, i bambini avranno la possibilità di conoscere le maschere della tradizione alpine grazie a filmati e diapositive. Ci saranno anche alcune brevi rappresentazioni taetrali, curate dalla scuola elementare di Pontebba. Alle 11.30, poi, verrà inaugurata la mostra con i materiali prodotti dai bambini delle scuole che hanno aderito all’iniziativa. Esporranno tutti i plessi della Valcanale e del Canal del Ferro, di Resia, Sappada, Sauris, Timau e delle Valli del Natisone.
"La mostra nasce con un’intenzione ben precisa: in un momento in cui si parla tanto di globalizzazione è importante valorizzare le nostre tradizioni, proprio per evitare che vadano perse e diventino un ricordo passato. Vogliamo farlo sensibilizzando la popolazione, le scuole e tutte le associazioni culturali" spiega Raimondo Domenig, coordinatore dei lavori. "Ci vuole unità d’intenti ed è per questo che abbiamo voluto proporre un’analisi fra le varie culture, ricercando confronti ed analogie tra i paesi alpini". Comprendere le origini certi riti, monitorare le diverse situazioni locali, documentare per consolidare e trasmettere. Riunire le testimonianze e le conoscenze raccolte fino ad oggi. Ecco i pilastri cui si appoggia questa due giorni
Una ricerca che è partita prima di tutto nelle scuole, attraverso la geniale creatività dei bambini e la memoria indispensabile degli anziani. L’esposizione rimarrà aperta a Malborghetto, fino al 6 dicembre. Poi sarà rimontata di nuovo per tutto il periodo natalizio.
Lì non si raccoglieranno solo i materiali delle scuole. "Esporremo anche le maschere originali. – fa sapere Dominig – Il nostro intento è quello di fare in modo che questo convegno diventi una manifestazione da proporre ogni anno, magari con concorsi, pubblicazioni ad hoc plurilingue, Cd rom. Ci piacerebbe anche avere una sala di Palazzo Veneziano, per una mostra permanente".

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