Ramazzaso, ritorna la rogazione
(Oscar Puntel)

L’ultima rogazione che si è svolta a Cleulis risale agli inizi degli anni '50, ma già si è persa dalla memoria collettiva. Le rogazioni erano le processioni votive dei contadini e degli agricoltori per chiedere la grazia di un raccolto abbondante e la preservazione dalle sciagure e dalle intemperie atmosferiche. Un tempo si snodavano lungo i sentieri di campagna, passavano accanto ad ogni campo coltivato, sostavano davanti ad ogni capitello. Non se ne faceva una sola. Dal1996 si è cercato di recuperare questa tradizione religiosa e ogni anno, il primo maggio, le comunità parrocchiali di Cleulis e di Paluzza la celebrano ripercorrendo proprio uno degli antichi percorsi rogazionali del passato, quello che conduce ai Casali di Ramazzaso, luogo sospeso fra i due paesi, in mezzo al bosco, sopra località Moscardo. Lì c'è una piccola cappella con una Madonna dell'ottocento intitolata al Viandante. Gli stavoli, recentemente ristrutturati da un imprenditore locale, sono infatti posti sull'antica via battuta in passato dai commercianti e da coloro che erano diretti verso l'Europa centrale in cerca di lavoro.
Ai piedi della Madonna del Viandante, martedì scorso, si sono ritrovate circa 200 persone, da tutto l'Alto But. Con distinte processioni, le due comunità hanno adempito ai riti rogazionali. Ad ogni capitello incontrato lungo la strada, i fedeli hanno invocato la benedizione dei campi, dei raccolti e della natura, la richiesta di un raccolto abbondante e la liberazione da ogni catastrofe ambientale. Alle 11 si è svolta la Santa Messa, celebrata dal parroco di Paluzza, don Tarcisio Puntel, e animata dalla partecipazione della corale di Cleulis. Nell'omelia si è ricordato l'importanza del dono della terra e della festa quale momento di allegria e di incontro fra le due comunità, la genuina fede di un tempo, le suppliche dei fedeli.


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