Carnia, un progetto per la Provincia.
(Antonio Simeoli)

Sarà presentato nei prossimi giorni in Regione. Gli obiettivi illustrati da Gollino.
Il futuro della montagna visto dal presidente Tondo alla firma del protocollo d’intesa per la ricerca ad Amaro


Il nuovo Centro di ricerca tecnologica sulla montagna che in autunno partirà ad Amaro ulteriore prologo alla prossima istituzione di una Provincia della montagna? Dovrebbe esserlo, almeno a giudizio del Laboratorio socio-politico di Tolmezzo; potrebbe esserlo, anche se è prematuro dirlo, per il presidente della Giunta regionale Renzo Tondo. Proprio Tondo infatti, lunedì, al momento della firma del protocollo d'intesa tra Regione e Istituto nazionale per la ricerca scientifica e tecnologica sulla montagna (Inrm), che ha dato il via libera al centro di ricerca, aveva ancora una volta invitato tutte le parti in causa a «riempire di contenuti la montagna». «Il contenuto è più importante del contenitore - aveva detto senza mezzi termini il carnico Tondo - e quindi è meglio concentrarsi sulle cose concrete da fare, piuttosto che invocare cambiamenti istituzionali che saranno oggetto della prossima riforma delle autonomie locali». Esiste, insomma, per Tondo il rischio di creare una nuova Provincia della montagna con poco più di 30 mila abitanti che risulterebbe solo un'inutile sovrappeso strutturale. All'indomani, invece, della convenzione Regione-Inrm, il Laboratorio socio-politico di Tolmezzo, al quale aderiscono tutte le componenti della società civile carnica, ha rilanciato l'ipotesi di istituire la Provincia regionale della montagna e si è impegnato a fornire al presidente della Regione, Renzo Tondo, «tutti i contenuti del progetto». «In un incontro con i consiglieri regionali carnici - ha detto Mario Gollino, presidente del Laboratorio - tutti hanno concordato sulla validità della nostra proposta. Il nostro progetto sarà quindi presentato nei prossimi giorni all'esame della Quinta Commissione consiliare, deputata a elaborare i progetti istituzionali di riforma della Regione». Ma in cosa si discosterebbe dall'istituzione tradizionale la “provincia regionale”? «Le leggi costituzionli 2 del 1993 e del 2000 - ha spiegato Giorgio Pozzo, consigliere regionale dell'Unione Friuli, unica forza autonomista presente in consiglio - pongono le basi per la riforma delle autonomie locali che preveda l'istituzione delle Province regionali. Tali enti saranno più snelli con la presenza dei servizi utili realmente sul territorio senza quelle strutture che lo Stato a suo tempo aveva affidato alle Province come Prefettura, Questura, Provveditorato agli studi o Distretto militare. Tondo ha probabilmente ragione in termini di razionalità e economicità - ha continuato Pozzo - quando esprime perplessità sulla creazione della Provincia della montagna, ma qui si tratta di dare un senso di fiducia alla gente che vive in montagna». Infine, vuole tornare all'esempio dei recipienti e dei contenitori l'imprenditore Gollino, coordinatore tra l'altro dei gruppi diocesani sui problemi della montagna al convegno organizzato in autunno a Tolmezzo dall’Arcidiocesi di Udine: «Noi non intendiamo il tipo di Provincia tradizionale con strutture come Prefettura e tutto quel genere di architetture, perché se fosse così avrebbe ragione Tondo. Noi chiediamo una Provincia regionale che debba gestire i problemi e le risorse della montagna, null'altro». Secondo Gollino, infine, «la Provincia della montagna potrà trovare accoglienza anche nel quadro dell'ormai certa soppressione delle Comunità montane e della volontà dell'Anci di darsi una struttura territoriale per valorizzare le prese di posizione degli amministratori locali».

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