Socchieve. L’artigianato carnico vuole uscire dalla crisi.
(Oscar Puntel)

Quando nel 1977 Romualdo Facchin organizzò la prima edizione della Rassegna dell’artigianato carnico, di certo non avrebbe mai immaginato che un giorno a quelle stesse bancarelle arrivassero quindicimila visitatori. Probabilmente però ci aveva sperato e quella che doveva essere una esposizione per pochi intimi di prodotti meramente autoctoni, magari con una vena di autarchia, divenne ben presto la vetrina più gettonata e visitata della Carnia.
Sarà dunque questa terra, con la sua cultura e tradizione a far bella mostra di sé alla Rassegna dedicata all’arte, alla cultura e al lavoro che, come ogni anno, da ventitré anni appunto, raccoglie presso il Centro Culturale di Socchieve i nomi più importanti del settore. Si aprirà dal 22 luglio al 26 agosto.
Un mese fieristico denso di manufatti e oggettivistica locale pronto, si spera, anche a fare il grande passo: piazzarsi sui mercati.
L’inaugurazione è fissata per domenica 22 luglio, alle 10, presso la sala convegni.
Il dibattito sullo stato di salute e sulle prospettive di uno dei mestieri fra i più diffusi e antichi della Carnia.
Indubbiamente l’artigianato artistico – cui la rassegna di Socchieve prevalentemente si rivolge – vive un periodo critico, determinato dalla scarsa presenza sul mercato, incastrato dalla grossa distribuzione che premia la quantità a scapito della qualità. “La vera difficoltà è rappresentata dal fatto che non troviamo un mercato commerciale disponibile non solo a vendere i nostri prodotti, ma neppure ad esporli in vetrina”, racconta Maria Teresa De Antoni, che produce stoffe e capi d’abbigliamento in lana cotta a Comeglians. “Una soluzione è quella della propaganda. Facciamo un fatica immane a pubblicizzare il prodotto. A parte le fiere a altre esposizioni, tutti noi artigiani chiediamo in continuazione agli enti pubblici che ci vengano incontro, facendo una propaganda perché si pubblicizzi il nome Carnia in Italia, ne gioverà ogni settore, oltre a quello turistico, anche quello artigianale”. Di certo il prodotto è di qualità. “Soprattutto esclusivo e particolare. Va incontro ad un acquirente di nicchia, che è difficile ricercare” spiega Maria Teresa De Antoni. “In più quassù siamo dislocati perifericamente, rispetto al possibile mercato e all’acquisizione della materia prima. Io devo far arrivare la lana dal Veneto e rimandare il prodotto completo ancora di nuovo in Veneto, con notevoli spese aggiuntive. Sono contenta dei ritorni di immagine, per la qualità del prodotto, ma di soli complimenti non si vive. Io ho bisogno pure di un ritorno economico, tutt’al più dal momento che ho quattro persone che lavorano con me e che devo stipendiare”.
“Al di là dell’indipendenza e della libertà nell’orario di lavoro. La vera soddisfazione per un artigiano è quella di creare, realizzare ciò che ha in testa e riuscire a concretizzarlo. Questo si fa e si paga con un prezzo molto anno. E’ dura tirare avanti” spiega un altro artigiano, che ha chiesto l’anonimato e che non esporrà a Socchieve. “Attualmente con il mio lavoro sopravvivo, in attesa di pensione. Ho fatto di tutto per cercare di affermarmi, ultimamente ho tentato anche la strada del commercio elettronico. La difficoltà più grande è proprio quella di far conoscere e piazzare sul mercato il proprio prodotto. Servirebbero più fiere specialistiche e seminari qualificati, che da noi non esistono”.
Già perché anche a Socchieve gli artigiani esporranno a fianco degli hobbisti: “Indubbiamente l’hobbismo è qualcosa che va messo in evidenza – spiega un’altra artigiana – ma in un’altra sede, altrimenti si rischia di creare confusione nel consumatore”.
Il programma. 150 espositori per “raccontare” la Carnia
L’inaugurazione della rassegna di Socchieve è fissata per domenica 22 luglio, alle 10, con un convegno in cui si dibatteranno problemi e prospettive di sviluppo della montagna friulana. Vi parteciperanno Vanni Lenna, neodeputato, Antonio Martini, Presidente del Consiglio Regionale del F-V.G., Giovanni Forcione, presidente della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e l’alpinista-scrittore-scultore Mauro Corona.
La giornata vedrà pure l’assegnazione dei premi “Gianfrancesco 2001” a quei personaggi che si sono distinti nel mondo della cultura, del lavoro e della produzione. L’esposizione dell’artigianato “made in Carnia” si svilupperà in diverse sezioni: ceramica, orologeria, tessuti, arredamento, pelletteria, lavorazione del legno e del ferro, coltelleria, mosaico e hobbistica, con oltre 150 stands espositivi. Per la prima volta porte aperte anche ad alcune aziende del comparto agro alimentare, sottolineando in questo modo il ruolo che anche l’agricoltura può avere nella rispettosa tutela del territorio.
Significativa è anche la sezione dedicata agli hobbisti. Si tratta, in genere, di persone anziane che nelle lunghe giornate invernali esprimono la loro creatività ed il loro ingegno componendo piccoli oggetti di artigianato del legno, modellando e forgiando sculture; creando utili utensili per la cucina e i lavoro; eseguendo stupendi ricami. Sono stati invitati anche alcuni istituti scolastici (l'Istituto statale d'arte «Sello» di Udine, l'Ipsia - per la lavorazione del legno - ed il Centro di formazione professionale - per le sculture in pietra piasentina - di Cividale), ritenuti particolarmente indicati per la diffusione della cultura e del sapere professionale. È sui giovani e sulle loro intuizioni, infatti, che puntano gli organizzatori del Comitato Gianfrancesco da Tolmezzo, per ritrovare la strada di uno sviluppo compatibile della montagna.
La rassegna sarà aperta nei giorni feriali dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 e nei festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 21. Nelle giornate festive, nel piazzale antistante il centro culturale, alcuni artigiani creeranno dal vivo i loro preziosi manufatti.


www.lavitacattolica.it


< Torna alla pagina di luglio