TOLMEZZO. Migliorata la promozione dei musei con i contributi dell’Unione europea.
(Sabrina Clama)

La Carnia rappresenta quell’ambiente naturale nel quale Carducci ha dedicato molti versi nel suo famoso “Comune Rustico”. Ed è dalla Carnia che soggiunge in maniera più definita e limpida quell’antica memoria celtica di cui si alimenta il carattere friulano. Boschi, abetaie, prati, sinuose vallate, minuscole cascate, copiosi torrenti e monti ripidi: questa è la Carnia, con i suoi antichi riti del fuoco, con la sua singolare creatività nella lavorazione scultorea del legno, con la sua propensione singolare per il grottesco. Tutto questo esprime l'anima più ruvida e anche la più delicata del Friuli. Ma per gli appassionati delle tradizioni popolari carniche, i quali vorrebbero rivisitare storicamente la memoria di un passato che è parte integrante della nostra stessa identità culturale, è attuabile uno studio grazie alla realizzazione di una guida dal titolo "Museo Carnico delle Arti Popolari Michele Gortani". L’opuscolo di recente pubblicazione è stato realizzato da Carnia Musei in collaborazione con la Comunità Montana della Carnia e il Comune di Tolmezzo, con l'ausilio dei fondi strutturali Interreg II. «E’ da tempo che gli enti e le istituzioni operanti in campo culturale cercano delle soluzioni per salvaguardare, valorizzare e promuovere il ricco patrimonio storico-artistico, etnografico, archeologico e naturalistico della Carnia»". Con queste parole Flavio De Antoni, assessore alla cultura e istruzione della Comunità Montana della Carnia, spiega l’importanza della realizzazione di questo piccolo compendio, che illustra nelle sue 90 pagine un viaggio alla scoperta della cultura tradizionale carnica. «Di notevole importanza –prosegue– sono stati gli spunti offerti dal Convegno "Musei in Carnia" del 1995. Da allora molto è stato fatto per migliorare la fruibilità e la visibilità delle nostre realtà museali, e ciò attraverso sforzi comuni di progettualità che hanno portato nel corso del ’98 all’avvio di "Carnia Musei", sistema integrato per una nuova politica del territorio». Questa struttura è costituita da cinque musei: il Museo Geologico della Carnia di Ampezzo, che raccoglie rocce e fossili di notevole interesse scientifico illustrati da pannelli esplicativi i quali ripercorrono la storia del territorio carnico da 450 fino a 40 milioni di anni fa, il Civico museo archeologico “Iulium Carnicum” di Zuglio, il Museo storico “La Zona Carnia nella Grande Guerra” di Timau, la Pinacoteca “Enrico De Cillia” di Treppo Carnico e il Museo Carnico delle Arti Popolari "Michele Gortani". Inoltre sul vasto territorio esistono altre realtà premuseali di grande rilievo dal punto di vista della documentazione di aspetti storico-culturali ed antropologici: la Mozartina e il Palazzo Calice Valesio a Paularo, Casa Bruseschi e il Museo dell’Orologio a Pesariis, la Torre Moscarda a Paluzza, il Mulin dal Flec a Illegio, il Museo e il Sentiero Naturalistico a Preone. «Grazie al supporto della Comunità Europea e della Regione, - racconta Flavio De Antoni - è stato possibile attuare una serie di interventi che hanno coinvolti i Musei fornendo delle attività di promozione e divulgazione. Lo strumento principale con cui opera Carnia Musei - precisa l'assessore - è l'attività di laboratorio didattico rivolto al mondo della scuola. Quindi progettare una stretta collaborazione con le istituzioni scolastiche con la finalità di arricchire le offerte formative promovendo la conoscenza del patrimonio locale».

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