Veglia di preghiera a San Pietro in Carnia
(Oscar Puntel)

Sono state la preghiera e la meditazione, le protagoniste assolute della grande veglia, svolta domenica tre giugno, alla chiesetta di Santa Maria delle Grazie, in prossimità della Pieve di San Pietro in Carnia.
Un momento di riflessione particolare perché si è svolto sotto forma di pellegrinaggio partendo da Tolmezzo, con ritrovo davanti al Duomo all’una di notte, e proseguendo a piedi, recitando il Santo Rosario fino alla storica Pieve. La processione, cui hanno partecipato una trentina di persone, ha tagliato i paesi di Caneva, Casanova, Terzo, Formeaso e Zuglio. “E’ stata una semplice e bella esperienza, nata non su iniziativa di Parrocchie, ma da parte di alcuni fedeli, che hanno così voluto intraprendere un cammino di spiritualità” ha commentato don Alessio Geretti che, assieme a don Giordano Cracina, ha organizzato l’animazione spirituale e somministrato, in coda alla processione, le confessioni. “Il significato di questa iniziativa si può trovare proprio nel sacrificio del cammino e della stanchezza per non aver dormito. Si è voluto organizzare questa veglia per crescere nella fede e per pregare per questa terra, la Carnia”.
Fino a Terzo, il gruppo ha recitato, strada facendo, due misteri del Santo Rosario. Da qui a Zuglio si è svolta una via crucis con momenti di meditazione e riflessione personali. Salendo al colle di San Pietro, sede della storica e più antica pieve della Carnia, si è ripreso in mano il Rosario per la recita del terzo mistero. L’esperienza, la prima di questo genere, se si escludono le varie marce della pace nella notte di San Silvestro, è la trasposizione in Carnia, della ormai decennale veglia di preghiera mariana che si svolge ogni anno da Cividale a Castelmonte. La scorsa domenica in processione c’erano anche alcuni rappresentati del gruppo di preghiera di Rizzolo, che da anni organizza tale celebrazione.
Perché proprio di notte? “Per motivi pratici, in primo luogo – risponde don Alessio Geretti – perché è difficile pregare di giorno, con la confusione, la luce del sole. Poi per lo spirito di sacrificio, che è più grande di notte, perché sei senza energie, sei alla fine della giornata. Va detto infine che la notte crea una dimensione più intima, è un tempo speciale di preghiera. Infatti nei monasteri e nei conventi, le esperienze di raccoglimento hanno una collocazione speciale proprio nel corso della notte”.
Dopo una breve sosta di ristorazione, verso le sei di mattina, il gruppo è arrivato alla storica chiesetta della Madonna delle Grazie. Qui mons. Pietro Degani ha celebrato la Santa Messa.


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