Bacio delle croci, a piedi anche da Mauthen
(Oscar Puntel)

La pieve di San Pietro è la più antica testimonianza cristiana della Carnia. E’ la Pieve matrice, cui sono soggette tutte le chiese e le altre pievi della vallata. Il giorno dell’ascensione, ogni anno, sul “Plan da Vincule”, ai piedi dell’antica Chiesa, si svolge il rito del “Bacio della Croci”. Un gesto simbolico, dove ogni croce della Val del Bût, adorna di nastri colorati, si accosta alla croce della Chiesa di San Pietro, ripristinando un rito che un tempo significava filiale soggezione, dipendenza dalla chiesa madre. Oggi esso ha assunto un’altra connotazione. E’ più un segno di unità con la chiesa matrice, con la sua fede, la sua storia e le sua tradizioni.
Al rito, partecipano le croci di tutte le chiese della vallata, accostandosi alla croce di San Pietro, chiamate dal Preposto, con un ordine preciso, dalla più lontana alla più vicina. Si inizia con la Croce di Santa Geltrude di Timau, si termina con la croce di san Giorgio di Cabia. Seguono tutte le altre croci, quelle “non obbligate” alla matrice di San Pietro. Per esempio da parecchi anni partecipano alla celebrazione molte croci della Val Degano. Da quarant’anni a questa parte non ha fatto mai mancare la sua presenza la croce di Terzo di Tolmezzo. Molte sono anche le parrocchie della bassa friulana a partecipare al rito e quest’anno, per la prima volta, c’erano anche due croci del pordenonese, precisamente quelle di Prata e di Brugnera.
Un gruppo di fedeli da Mauthen, in Austria, è partito nella notte, a piedi, per portare la croce della propria parrocchia. Il gesto rappresenta il riproporsi di una tradizione, quella che in passato vedeva presente, sul Plan da vincule, anche la croce della Chiesetta di Santa Elisabetta di Plockenpass, in prossimità di Passo Monte Croce carnico. Oggi essa fa parte della parrocchia di Mauthen ed è per questo che i fedeli carinziani hanno voluto essere presenti al rito e ripristinare il legame di affiliazione all’antica chiesa madre di san Pietro. Da qui infatti il messaggio cristiano si diramò anche verso l’Europa centrale.
Terminata la convocazione di tutte le croci delle chiese presenti, obbligate e non, il Preposto passa a chiamare le croci delle cinque Pievi del Canale di San Pietro: quella di San Martino di Rivalpo e Valle, di San Daniele di Paluzza, di Ognissanti di Sutrio e di Santo Stefano di Piano d’Arta. Quest’ultima è senza nastri, perché è la figlia più grande, la prima dopo quella di San Pietro. Chiude il rito proprio la croce della Pieve madre di San Pietro.
La solenne concelebrazione in friulano è stata presieduta dal Prevosto, mons. Pietro Degani, con numerosi parroci della Carnia. All’omelia e nel saluto conclusivo, mons, Degani ha ricordato i morti dell’ultimo anno, primo fra tutti il parroco di Timau, ed ha invitato i fedeli a riscoprire le radici della loro fede. “O sin puars, ma o vin ancjmo une muse di podè mostrà devant di duc’ lustre e biele tant che i nestris vecios – ha detto tra l’altro -; o vin une grande dignitat e o plein la schene dome denant a Chel che une dì al varà di fanus i conts a duc’, pioris e pastors, puare int e sorestans”.


www.lavitacattolica.it


< Torna alla pagina di giugno