TOLMEZZO. Seima, 170 posti a rischio
(Paolo Decleva)

La Magneti Marelli ha ceduto il settore alla Finmek che ha capannoni già pronti a Buia e Maiano

I sindacati temono il trasferimento dell’attività della ditta d’elettronica

L’attività della Seima elettronica di Tolmezzo potrebbe essere spostata a Buia o a Maiano. La Carnia perderebbe così 170 posti di lavoro. E’ questo l’allarme lanciato dalle segreterie dei sindacati dell’Alto Friuli.
I problemi della Seima, che sembravano risolti anche grazie a un intervento della Regione, la quale aveva così scongiurato l’ipotesi di un trasferimento dell’attività in Spagna, tornano quindi alla ribalta, suscitando forti apprensioni nei sindacati, sempre attenti all’evolversi della situazione.
Le segreterie territoriali di Fim, Fiom e Uil - in una nota congiunta dei segretari Consiglio, Roccasalva e Navone - hanno infatti richiesto un incontro urgente al presidente della giunta regionale Renzo Tondo, all’assessore regionale all’industria Sergio Dressi e al commissario della Comunità montana Giuseppe Novello «al fine di esaminare la situazione che potrebbe coinvolgere il sito della Seima elettronica di Tolmezzo. Dalle notizie in nostro possesso - si legge nel comunicato - è fondata l’ipotesi che prevede la chiusura dello stabilimento di Tolmezzo e il conseguente trasferimento di tutte le produzioni e dei circa 170 lavoratori nello stabilimento Finmek di Buia.»
«Questa ipotesi - sottolineano i sindacati - sarebbe assolutamente in contrasto con l’originale piano industriale supportato da contributi regionali (sette miliardi) che prevedeva la costruzione di due capannoni (quasi realizzata) funzionale allo sviluppo in Carnia della tecnologia dell’azienda.»
Il progetto messo a punto a suo tempo riguardava la Seima, che occupa seicento dipendenti circa e per la quale non ci sono problemi, e la Seima elettronica. Prevedeva, tra l’altro, la costruzione di due capannoni, uno a Tolmezzo per la produzione dei proiettori, e uno a Villa Santina, che non è ancora pronto.
Ma nel frattempo la Seima è stata acquistata dalla Magneti Marelli, che ha ceduto l’elettronica (un settore attualmente in crisi) alla Finmek, che avrebbe dovuto spostarsi, appunto a Villa Santina.
Ma qualche settimana fa la Finmek ha acquistato un’azienda di Buia, che è sovradimensionata ed ha un capannone a Buia e uno vuoto a Maiano.
A questo punto è logico temere che l’azienda piuttosto che spostarsi a Villa Santina in un capannone di proprietà della Comunità montana e nel quale bisognerà investire per adattarlo alle proprie esigenze preferisca traslocare nei propri capannoni di Buia (o di Maiano).
Ma una simile decisione - sottolineano i sindacati dell’Alto Friuli - causerebbe un gravissimo danno per la montagna, che si troverebbe in breve tempo con 170 persone in cerca di nuova occupazione, poichè - come testimoniano precedenti analoghe esperienze - i dipendenti carnici, di fronte ai disagi e ai costi del trasferimento, lascerebbero il posto.
Sarebbe un fallimento dell’intervento pubblico e della politica tesa a mantenere la popolazione in montagna, mentre dall’altro lato ne trarebbe giovamento un’area che non ha problemi nè di spopolamento nè tantomeno di disoccupazione, dal momento che - al contrario - vi è sempre più difficile trovare operai.


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