Protesta per la nuova centrale sul Bût
(Gino Grillo)

La Regione ha autorizzato un impianto che dovrebbe prelevare l’acqua a Museis e restituirla nei pressi di Noiariis. Le associazioni ambientaliste della Carnia: ennesima rapina di risorse idriche ai danni del torrente

«E' alle porte l'ennesima rapina di risorse idriche ai danni del torrente But, l'unico affluente del Tagliamento di una certa portata ancora vivo». Lo denunciano le associazioni ambientaliste della Carnia: Italia nostra e Legambiente. La Regione ha infatti autorizzato la realizzazione di una nuova centrale idroelettrica che dovrebbe prelevare acqua a valle della centrale di Museis, in Comune di Cercivento e restituirla dopo oltre quattro chilometri nei pressi del ponte di Noiariis, in Comune di Sutrio. Il problema del mantenimento di un deflusso costante vitale lungo i corsi d'acqua interessati da prelievi (a scopo di produzione di energia elettrica e a scopo irriguo) è di grande attualità. Proprio ieri si è svolta, presso lo sbarramento di Caprizi, una manifestazione indetta dal Comitato popolare per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento per chiedere all'Enel che rilasci più acqua. Anche sul fronte politico si muove qualcosa: il consigliere provinciale Franco Corleone, dei Verdi, affronta la questione in un'interrogazione che, probabilmente, sarà esaminata dal Consiglio provinciale in settembre. «I rischi ambientali e l'impatto paesaggistico di quest'opera, progettata dalla Secab (Società elettrica cooperativa alto But), sono rilevanti – spiega Marco Marra, presidente di Italianostra – . In concreto, lungo questo torrente ci sono già numerose centraline (Enfretors, Museis in Comune di Paluzza, Nigris ed Enel ad Arta) e non è opportuno sottrarre ancora acque per 4 chilometri, trasformando così il But, nella migliore delle ipotesi, in un rigagnolo. Già nelle condizioni attuali non sono rare le situazioni d'emergenza per la siccità, com'è accaduto nel mese di giugno». «Non sono poi da sottovalutare i rischi igenico-sanitari - avverte Marco Lepre di Legambiente - conseguenti alla ridotta capacità di diluizione del But, considerando anche la scarsa efficienza delle infrastrutture comunali per la depurazione delle acque. Inoltre - aggiunge - si profila l'eventualità che la ridotta portata del corso d'acqua favorisca il deposito di detriti, che finirebbero per intasare il greto». Per questi motivi, Corleone vuole sottoporre all'attenzione dell'assise provinciale la necessità di predisporre un piano di utilizzo razionale delle risorse idriche. In questo contesto auspica anche una presa di posizione sul progetto della Secab. «Queste iniziative vanno discusse con i cittadini, ripristinando così i fondamenti della democrazia» dice il consigliere ed aggiunge: «Vanno poi considerate da una part le alternative e dall'altra, le particolarità dell'area fluviale, ricca di presenze biologiche e luogo specifico di riproduzione della trota marmorata. E' inutile fare retorica sul destino della montagna e consentire opere di rapina del territorio - conclude Corleone - invece di valorizzarlo dal punto di vista turistico e paesaggistico».
Anna Rosso

Oltre mille persone ieri a Caprizi di Socchieve per la manifestazione di solidarietà «Tra 10 anni una valle senz’acqua»

Festa di protesta per un migliaio di persone a Caprizi di Socchieve. Una maniera, quella della festa, in tema con quell'allegria che l'acqua che scorre nei fiumi era solita dare, prima che la Sade e poi l'Enel portasse via tutta l'acqua dai greti dei fiumi. La stazione di captazione dell'Enel delle acque del Tagliamento rappresenta un sito significativo per più ragioni. Qui, a monte della presa dell'Enel, un fiume ancora rigoglioso porta l'acqua nel laghetto venutosi a creare dalla costruzione della diga. Poi i canali portano l'acqua forzatamente verso il lago di Versegnis e di Cavazzo, mentre a valle del manufatto rimane un desolato deserto di pietre. Solo appositi segnali ricordano a coloro che si trovassero a passare da quelle parti, che improvvise piene, causate dall'apertura delle dighe, potrebbero allagare la sede arida del fiume. Ieri l'appuntamento degli amministratori della Carnia con la popolazione era fissato alle 10. Appuntamento cui ha risposto circa un migliaio di persone, convenute da tutte la valli carniche. Non sono mancati momenti di rabbia contro le captazioni della Secab e della Comunità Montana della Carnia nella valle del But, «fra dieci anni anche la valle del But sarà come quella del Tagliamento, senz'acqua», ne il disappunto per la mancanza dei consiglieri regionali, anche della montagna, di qualsiasi colorazione politica. «L'acqua non ha colore - ha detto Barazzutti - È un problema al di là del credo politico, che bisogna risolvere». Una solidarietà che vedeva affiancati i sindaci dei vari paesi, sebbene con colorazioni politiche diverse: da quelli di Forni di Sopra, Forni di Sotto, Ampezzo, Preone, Socchieve, Enemeonzo, Amaro, Villa Santina, Verzegnis, Cavazzo, Trasaghis e Bordano. Presenti pure i rappresentanti dell'Ente tutela pesca e Lega Ambiente, con il consigliere provinciale Corleone e quelli regionali Puiatti, Petris e Vanin, con il coordinamento di Ovarock e del Comitato popolare per la tutela delle acqua del Tagliamento. Tutti hanno reclamato la necessità di rivedere l'acqua scorrere nei corsi dei fiumi. «Questo di oggi - ha commentato Barazzutti - è solo un inizio. Porteremo la nostra protesta in tutta la Carnia, diffondendo il prossimo ottobre capillarmente il film sul Vaiont, un caso limite che dimostra cosa può fare la captazione selvaggia dell'acqua, e nelle scuole superiori per sensibilizzare i futuri cittadini ai problemi del territorio». Mentre Lega Ambiente occupava simbolicamente la presa dell'Enel, il via alla festa che vedeva la gente effettuare dei pic nic sul greto del fiume. Un momento propizio questo per richiedere alla Regione, competente in materia, di riavere le acque sui fiumi, in vista di una futura privatizzazione dell'Enel Eurogen. «Ora si ha la certezza giuridica che l'acqua deve essere rilasciata.- ha commentato il consigliere regionale e sindaco di Ampezzo Petris - Certezza stabilita dai vari organismi politici, dall'Unione Europea allo Stato alla Regione. Ora pretenderemo l'applicazione della legge. Sarà nostra cura intervenire presso la giunta regionale affinchè ponga il problema con urgenza all'attenzione del consiglio».

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