In Friuli un anno di scuola per gli emigrati
(Gino Grillo)

TOLMEZZO. Il progetto per le superiori sarà presentato domani in Comunità montana

Sarà presentato domani, 24 agosto, alle 18, alla Comunità montana della Carnia a Tolmezzo, il progetto “Le radici del futuro: studiare un anno in Friuli”. Il progetto, promosso dall’Ente Friuli nel mondo, in collaborazione con il Convitto nazionale Paolo Diacono di Cividale del Friuli, prevede la possibilità per i discendenti degli emigranti della nostra regione, di frequentare regolarmente un anno scolastico nelle scuole superiori con un percorso formativo riconosciuto nel paese di residenza. Una maniera per rafforzare il collegamento culturale fra le nuove generazioni dei corregionali e le terre d’origine dei loro padri. La Comunità montana della Carnia ha inteso dare la possibilità ad alcuni discendenti di carnici emigrati nell’America Latina, di poter così ritornare in Carnia a scopo di studi ed eventualmente essere inserito nel mondo del lavoro. Il ruolo della Comunità, secondo l’assessore alla cultura Flavio De Antoni, spazia in un campo più ampio. «In collaborazione con i Comuni, il mondo dell’associazionismo, del volontariato e della Chiesa, vogliamo coinvolgere i borsisti – ha affermato – in attività extra-scolastiche il cui obiettivo dev’essere la conoscenza della Carnia nei suoi aspetti culturali, tradizionali, umani e storici per un’integrazione con i giovani del nostro territorio, nonché per un rafforzamento del collegamento culturale». L’assessore spera che questo progetto possa trovare continuità e sviluppo anche nei prossimi anni, vista la necessità del territorio carnico di reperire risorse umane per far fronte al calo demografico in corso. «I flussi dell’emigrazione come risposta al bisogno imperioso della nostra demografia e dei nostri processi di sviluppo sono destinati a crescere sempre di più e sempre più rapidamente nei prossimi anni. Molti dei nostri conterranei – ha proseguito De Antoni – vivono in paesi dell’America Latina, dove le prospettive di progresso economico e sociale e di promozione umana sono molto limitate, per non dire inesistenti». De Antoni intende coinvolgere nel progetto anche le scuole del comprensorio carnico, intese come mezzo per lo sviluppo creativo delle diversità culturali e come strumento per facilitare scambi fra persone e culture, attraverso momenti di incontri e di riflessioni con i figli degli emigrati.

< Torna alla pagina di agosto