Ravascletto. La guida Alpina: vivere unendo passione e professione.
(Oscar Puntel)

“Con una guida alpina, si va in montagna con maggiore sicurezza e si imparano molte cose. E’ più bello e più facile”. Ne è convinto Luciano De Crignis, di Ravascletto.
Nei ritagli di tempo è guida alpina, anche se il suo interesse principale, inutile nasconderlo, è lo sci estremo. D’inverno, appunto, coniuga passione e lavoro, facendo l’istruttore sulle piste dello Zoncolan, d’estate si dedica al trekking, accompagnando turisti e sportivi sui sentieri della Carnia, come guida alpina indipendente. Ma non abbandona completamente lo sci, continuando a praticarlo ed insegnarlo, sulle nevi dello Stelvio.
Quale motivazione spinge un uomo a diventare guida alpina?
“Io l’ho fatto come “completamento personale”, riferito al mio essere uomo di montagna. Sono diventato maestro di sci prima, poi pure istruttore dei maestri. Sono forse di più sulla neve che sui sentieri di montagna. La montagna è parte della mia vita. Mi appartiene. Già prima dei vent’anni facevo arrampicate. Poi ho deciso di diventare guida alpina”.
Come si diventa Guida alpina?
“Per iniziare, bisogna avere attività alpinistica alle spalle, arrampicarsi, sapersi muovere in tutte le stagioni, su tutti i terreni, dal ghiaccio alla roccia, fino al misto ghiaccio - roccia insieme. Saper sciare in diverse condizioni e poi avere attività di alta montagna. Il principio quindi è segnato dal possedere un curriculum dignitoso ovvero aver scalato vie di roccia e praticato lo scialpinismo, con difficoltà fino al 6° - 7° grado. La modalità di esame, per entrare nel collegio della guide alpine è cambiato, rispetto a quando l’ho fatta io. Le tappe però sono più o meno sempre le stesse: Si inizia con una selezione, con prove pratiche di sci e arrampicata. Poi si accede al corso per aspirante guide alpina e si fa un tirocinio. Qui, si insegnano anche le basi del soccorso alpino: come intervenire in casi di emergenza, fare recuperi e salvare delle persone. Tempi e modalità del corso cambiano comunque da regione a regione”.
Com’è il rapporto con gli escursionisti?
“Molto bello. Io sono principalmente maestro di sci, ma essendo anche guida mi capita spesso di accompagnare le persone durante il trekking. Si instaura sempre un bel rapporto, specialmente con i ragazzi.
A volte c’è qualcuno che per esuberanza ti sorpassa, ti passa avanti, mentre stai accompagnando un gruppo e magari succede che poi si fanno male. Ma è normale osservare questi comportamenti, soprattutto fra i giovani. Fa parte della loro indole. Comunque generalmente, ti ascoltano ed imparano quello che gli insegni lungo il percorso. Questo è molto gratificante”.
Cosa fa il resto dell’anno?
“D’inverno sono a Ravascletto, faccio il maestro di sci sullo Zoncolan. Continuo lì la mia attività finché è possibile, cioè finché c’è neve. Anche d’estate non mollo gli sci. Mi trasferisco sullo Stelvio e qui proseguo la mia attività di insegnate alla Scuola di Sci “Sertorelli”.

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