Fa gola l'acqua minerale di Ovaro
(Patrizia Disnan)

La Agrital ha chiesto il rinnovo della concessione per sfruttare la fonte di Arvenis

Le speranze di ricadute occupazionali e turistiche che sarebbero potute derivare dallo sfruttamento industriale delle acque minerali del monte Arvenis erano state tante, anni fa, quando si era mossa la società Fantinel, in stretto collegamento con i fratelli Pasquale dell'acqua minerale Vera, un colosso nel settore. Tanto clamore inizialmente, poi su quel business è calato il silenzio. Perchè? A fronte degli ingenti investimenti necessari (pari ad almeno dieci miliardi), diventava essenziale avere sicure garanzie sulla fase distributiva in un mercato che è fortemente competitivo. Il partner, appunto rappresentato dai Pasquale, è venuto meno dopo la cessione dell'azienda a un importante gruppo. Tutto sfumato allora? Non è così. Fantinel era in società con Agrital spa, presieduta da Gigi Scandolo, per la gestione di due aziende vinicole e del settore delle acque minerali.
In seguito alla divisione di questa società, quest'ultimo settore, insieme a un'azienda vinicola, è rimasto in capo all'Agrital (sede legale a Dolegna, sede amministrativa a Pradamano). «La concessione mineraria per lo sfruttamento della fonte era in scadenza il 26 marzo di quest'anno e quindi il nostro primo compito è stato quello di attivarci per ottenere un rinnovo», spiega Scandolo. «Con l'aiuto del perito Roberto De Prato di Ovaro è stato messo insieme un incartamento imponente per ottenere i nulla osta necessari e si conta che l'iter per il rinnovo della concessione possa essere concluso per l'inizio dell'autunno». Scandolo è deciso a sfruttare il tesoro naturale rappresentato dalle fonti dell'Arvenis che partono a 1600-1700 metri di quota e giungono, già incanalate (e attualmente sfruttate dall'acquedotto comunale) fino a 6-700 metri sui terreni di proprietà Agrital in frazione di Lenzone. «Il futuro per l'acqua minerale è roseo e per quella di montagna ancora di più. Mi sto attivando perchè all'acqua che sgorga in quota venga concesso il Doc - precisa - A suo tempo l'acqua di Ovaro era stata analizzata all'Università di Padova ed era risultata oligominerale e consigliabile in particolare nelle malattie epatiche».
Anche Scandolo, come prima di lui Fantinel, ha da risolvere il problema della ricerca di un partner all'altezza della gestione di una fonte che ha capacità di 50 milioni di bottiglie all'anno. «I contatti ci sono - afferma - Per lo sfruttamento delle acque minerali di Ovaro anche la Regione aveva messo a disposizione in passato un mutuo a fondo perduto di due miliardi che non è stato possibile impiegare... Eppure Ovaro è facilmente raggiungibile via ruota, dato il collegamento prossimo con la rete autostradale. Saremmo favoriti inoltre dalla vicinanza del confine perchè sia l'Austria che la Germania hanno necessità di approvvigionarsi di acque minerali delle quali scarseggiano».

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