Gli aspetti culturali di Timau

Timau conserva nel suo silenzio il documento più antico, più importante: la propria cultura, la lingua che è giunta fino a noi attraverso i secoli.
Questo patrimonio culturale spesso è sconosciuto e sottovalutato dai timavesi stessi ma fortunatamente la particolarità linguistica e la tormentata storia lo rendono oggetto di notevole interesse in ambito scientifico. Queste attenzioni hanno portato alla redazione un buon numero di lavori di carattere sociolinguistico, storico e toponomastico con la stesura di una decina tesi di laurea e numerose pubblicazioni.
 
 
La situazione linguistica nel 2001

Non disponiamo di dati scientifici aggiornati sul livello di conoscenza del timavese e del friulano a Timau. Ma riteniamo che, per gli adulti, non si debbano discostare molto da quelli rilevati assieme al prof. Francescato nel 1990.
Il numero di adulti che conoscono il timavese è molto elevato, infatti circa il 70% dei residenti hanno una conoscenza attiva, dove per conoscenza attiva si intende una persona capace di capire e parlare la lingua in questione.
La percentuale sale fino all’ 87 % se aggiungiamo il numero di coloro che dichiarano di avere solo una conoscenza passiva. E per conoscenza passiva si intende la sola capacità di capire. Se i dati esaminati, riferiti agli adulti, ci possono sembrare incoraggianti, non possiamo dire lo stesso per quelli riguardanti i bambini ed i giovani sotto i vent’anni. In questo caso le percentuali sono molto al di sotto del 50%. Solo il 49% ha una conoscenza attiva, il 26% l’ha passiva ed il 25% non lo parla.
 
Cosa si sta facendo per mantenere viva la lingua.
Nel 1979 è stato fondato il Circolo Culturale “Giorgetto Unfer” con lo scopo fondamentale di studiare, salvaguardare e divulgare la lingua e usi costumi e tradizioni di Timau / Tischlbong. Con la nascita del Circolo Culturale hanno preso avvio numerose iniziative che nel corso degli anni hanno permesso la rivitalizzazione della parlata e la presa di coscienza da parte dei timavesi di essere depositari di una cultura secolare da valorizzare ed esternare.
 
La fondazione, agli inizi degli anni ’80, del periodico quadrimestrale trilingue – timavese, friulano, italiano – “asou geats… unt cka taivl varschteats” ha dato il via ad una serie di pubblicazioni che per la prima volta comprendevano dei saggi in timavese.
L'antica parlata fino a quel momento era sempre stata tramandata oralmente.
In quel periodo è stata pertanto studiata una grafia apposita per fissare finalmente sulla carta quello che gli avi avevano tramandato di generazione in generazione.
Il giornale stampato in 550 copie viene spedito agli emigranti timavesi sparsi per tutto il mondo e diventa così una finestra aperta sul paese natale.
Dello stesso periodo, primi anni ottanta, l’inizio della stesura del vocabolario Italiano – Timavese, Timavese – Italiano. La redazione del vocabolario è una corsa per registrare e raccogliere le parole ed i racconti degli anziani che quando ci lasciano portano con sé intere enciclopedie. Tra alti e bassi, dopo una prima stesura, si sta riesaminando il lavoro svolto, mezzo fondamentale per la vitalità della lingua.
Abbiamo scelto di scrivere il vocabolario assieme alla gente pubblicando dei fascicoletti contenenti una lettera alla volta ed inseriti nei Tischlbongara Piachlan – Quaderni di cultura timavese. In questo modo la gente può appartare correzioni, aggiunte e suggerimenti e ritornarci il fascicoletto. E’ questo un metodo di lavoro teso a suscitare l’interesse per il tischlbongarisch e far rivivere nella nostra gente il desiderio di parlare l’antico tedesco e, speriamo, serva a risvegliare in noi tutti l’amore per il nostro paese.
Da pochi anni vengono pubblicati anche i Tischlbongara Piachlan – Quaderni di cultura timavese. Si tratta di una rivista scritta in timavese, italiano e friulano che raccoglie contributi riguardanti la lingua, storia tradizioni usi e costumi e tutto quello che può riguardare la nostra piccola comunità.
Ha visto la luce anche il primo libro completamente in timavese, Vrusl, varcknepfta bartar va ‘na olta reida (Briciole, parole annodate di un’antica parlata), e dal 1997 Dar Schain, cholendar va Tischlbong calendario timavese interamente nell’antico tedesco di Timau.
 
 
Scuola

La scuola elementare a tempo pieno e la scuola materna sono frequentate sia da bambini di Timau che di Cleulis (quest'ultimi friulanofoni.)
Fin dall'istituzione della scuola a tempo pieno (anno 1980), il gruppo docente ha manifestato particolare sensibilità nei confronti della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, e più precisamente linguistico, della comunità.
Con l'anno scolastico 1982/83 ha avuto inizio uno specifico progetto volto alla valorizzazione della lingua e cultura locale relativi alle isole linguistiche di Timau e Sauris. Si è potuto contare sulla collaborazione dell'Università di Vienna, dell'Accademia delle Scienze Austriaca e dell'Università di Udine.
L'attività di formazione ha avuto inizio con un seminario che ha visto gli interventi di docenti qualificati, di rappresentanti degli Enti Locali e delle Associazioni culturali impegnate a diverso titolo nel processo.
In seguito all'esperienza, la cattedra di Didattica delle Lingue Moderne dell'Università degli Studi di Udine, ha realizzato, con i finanziamenti della Comunità Europea, la traduzione del racconto "Relè e la felicità" e del video didattico "Bielscrivint" oltre che in friulano, timavese e saurano, anche in inglese, tedesco, resiano, sloveno e occitano.
Nell'anno scolastico 1993-94 si è realizzato il seminario "Contributi per una cultura della tutela del territorio", rivolto ai docenti di scuola elementare e materna.
Nel corso dell'anno scolastico 1998/99, un itinerario didattico che le docenti hanno realizzato con il supporto esterno di familiari, conoscenti, associazioni culturali, ha consentito di portare racconti tradotti oralmente, alla traduzione grafica raccolta nella pubblicazione trilingue "Realtà e fantasia: nasce la leggenda". L'esperienza ha contato sul contributo delle associazioni culturali, dell'Ente Locale, del sostegno economico della L.R.15/96 oltre che delle sponsorizzazione delle realtà produttive locali.
 
E' prevista un'attività di formazione comune alle scuole dell'obbligo impegnate nella salvaguardia e valorizzazione della lingua materna: friulano carnico / saurano / timavese / sappadino / resiano - sloveno. L'attività, divisa in fasi, intende, dall'individuazione dei percorsi intrapresi dalle scuole e dalle analisi delle linee comuni di intervento, riflettere sul metodo (dalla ricerca antropologica alla ricerca linguistica) e giungere al confronto tra le esperienze realizzate riguardo alla codifica e traduzione scritta della documentazione orale.
Per la realizzazione del Progetto, l'Istituto Comprensivo di Paluzza, a cui la scuola appartiene, ha ottenuto un finanziamento da parte dell'Ente IRRSAE F.V.G.
Nel corrente anno scolastico la scuola ha realizzato un dizionario italiano, friulano - carnico, timavese che ben si inserisce nel progetto di valorizzazione delle lingue e culture locali quale strumento di consultazione poiché riporta i risultati dell'attività di ricerca lessicale degli oggetti, suddivisi per argomenti, direttamente disegnati dagli alunni.
Resta da dire che l'insegnamento della lingua minoritaria fino ad ora non è stato sistematico. Qualora gli argomenti trattati nelle attività di ricerca sono relativi ad aspetti della cultura locale, viene curato anche l'aspetto linguistico, fissando i termini o i detti raccolti nelle produzioni che ne derivano (es: i nomi dei giochi e l'esecuzione degli stessi, gli attrezzi da lavoro, gli arredi della casa, i racconti popolari, le canzoni, le preghiere,…).
 
Dobbiamo parlare ancora di due aspetti molto importanti per la salvaguardia delle lingue meno parlate. La televisione e internet.
Tutti conoscono l’importanza di internet nella comunicazione, noi stiamo realizzando grazie ai fondi della legge regionale 4/99 il sito TAIC IN VRIAUL tedesco in Friui, che raccoglierà tutte le informazioni e attività delle isole linguistiche di origine germanica del Friuli. Tra l’altro verranno inserite anche delle registrazioni nelle parlate locali e per stimolare la curiosità degli utenti e la maggior frequenza agli accessi anche un notiziario settimanale nelle varie parlate tedesche ed in italiano che tratta i vari avvenimenti accaduti nelle rispettive comunità.
 
 
Televisione.

Abbiamo la fortuna di avere sul territorio Tele Alto Bût, un emittente televisiva locale. L’anno scorso, dopo sporadiche esperienze televisive negli anni passati, sempre grazie alla legge regionale 4/99 abbiamo dato vita per due mesi ad un notiziario settimanale.
Il notiziario, di un ora circa, completamente in timavese, andava in onda il lunedì alle ore 19.15 ed in replica alle 22.15, ed il martedì alle 12.15.
Telezaiting, così si chiamava, è stata una scommessa. Realizzare un ora di telegiornale solo in timavese e possibilmente senza utilizzare presiti dal friulano e dall’italiano.
Una scommessa vinta, abbiamo dimostrato a noi stessi e ai nostri paesani che si poteva utilizzare l’antica parlata tedesca anche per realizzare un telegiornale.
Telezaiting parlava degli avvenimenti di Timau e dei paesi vicini spaziando dalla cronaca agli avvenimenti culturali raccontando però anche avvenimenti di tipo sportivo e notizie a carattere nazionale ed internazionale, come i problemi derivati dal morbo della mucca pazza, alla chiusura della centrale di Cernobyl o l’anniversario dell’uccisione di J. Lennon.
Abbiamo realizzato otto numeri del telegiornale, per preparali adeguatamente ci sono volute 265 ore in studio senza contare quanto veniva preparato dai redattori a casa.
Sono stati due mesi di lavoro molto intensi che hanno permesso di mettere a punto anche un nuovo linguaggio timavese quello giornalistico. Ci siamo trovati spesso a confrontarci con parole nuove da proporre ai nostri telespettatori.
La televisione, come tutti sapete, è accesa continuamente nelle nostre case. Arrivare con una lingua meno parlata nelle abitazioni è qualcosa di grande, conferisce pari dignità ad una lingua. E’ senz’altro il mezzo più seguito e fa facilmente presa soprattutto sui bambini.
Gli abitanti dei paesi limitrofi seguivano il telegiornale, anche non capendo quello che stavamo trasmettendo, cercando di intuire le notizie dalle immagini.
Crediamo che sia questo uno dei mezzi fondamentali per mantenere viva una lingua, un mezzo che costringe (da parte di chi lo gestisce) a un confronto quotidiano con l’evoluzione della lingua e da parte dei telespettatori ricevere messaggi nelle parlate locali, avere in casa un nonno virtuale che si esprime nell’antico tedesco.
 
 
Le aspettative

Sarebbero necessari adeguati finanziamenti per realizzazione e completamento della grammatica timavese, del vocabolario, della TV e radio locale, del sito Internet e dei numerosi progetti in fase di studio.
Sarebbe auspicabile la disponibilità di un insegnante per l'insegnamento, a tempo pieno, del timavese e in timavese sia nella scuola materna che elementare.
Sarebbe altresì auspicabile che la lingua venisse utilizzata maggiormente anche dai commercianti e dai negozianti per pubblicizzare la gastronomia locale, e dalle Associazioni locali (quali Pro Loco, Società Sportive,…) nel predisporre le locandine,…
Un grosso sostegno alle iniziative di salvaguardia potrà offrirlo anche il Museo Storico della Grande Guerra di Timau che, al suo interno, ospita una sezione etnografica dedicata alla vita quotidiana della popolazione nei secoli passati e che potrebbe ospitare un centro per la ricerca e la catalogazione di immagini fotografiche, mappe, disegni, registrazioni video, registrazioni audio,… utili alla toponomastica e allo studio della lingua e alle sue trasformazioni.
 
 
Associazioni che operano nel campo culturale a Timau.

Gruppo Folcloristico “Is guldana pearl”, Corale “Teresina Unfer”, Associazione Amici delle Alpi Carniche, Pro – Loco Timau - Cleulis, Circolo Culturale “Giorgetto Unfer”, Gruppo Folcloristico “Da Jùtalan”.
Che in settori diversi, promuovono la salvaguardia della parlata timavese e dei suoi usi e costumi. Il Gruppo folcloristico, da vent’anni, esegue musiche e danze popolari locali e carniche e cura in modo minuzioso la realizzazione dei costumi tradizionali. Promuove periodicamente incontri tra gruppi folcloristici stranieri organizzando la manifestazione denominata SUMAR NOCHT.
Il repertorio di canti della Corale Teresina Unfer, che quest’anno festeggia i 35 anni di attività include canti italiano, friulano e timavese.
L’Associazione Amici delle Alpi Carniche cura la gestione del Museo della Grande Guerra con sede in Timau che, come abbiamo detto, in una sala espone numerosi oggetti e testimonianze della vita della popolazione durante il conflitto con particolare attenzione alla didascalia in lingua.
La Pro-Loco sostiene e collabora con le varie associazioni anche in attività di tipo linguistico-culturale. Il Circolo Culturale, da anni impegnato alla salvaguardia del timavese, per primo ha adottato regole per la scrittura.
 
Da quanto ho esposto le premesse per una lunga conservazione dell'antica parlata timavese sono ottime. Lo testimonia quanto raccontato finora.
Ma a cosa servono tutte queste iniziative ed associazioni se l'uomo non viene messo in condizione di vivere sulla propria terra, di lavorare nel proprio paese? Se il degrado ambientale e l'abbandono della montagna continueranno di questo passo non solo scompariranno lingua e cultura ma in pochi anni nei nostri paesi non resteranno che prati e boschi incolti, case e stalle chiuse, porte sbarrate... ma un mucchio di studi e vocabolari...